Perché si chiama fondo bruno?

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Nel corso del tempo, il fondo bruno addizionato di passata di pomodoro diventò noto tra gli chef come spagnola. La salsa spagnola, o bruna, si distingue per il suo colore scuro e si ottiene addensando il fondo bruno con roux.

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Il Fondo Bruno: Un’Essenza di Sapori, un Nome Indizio

Il fondo bruno: un pilastro della cucina classica, una base su cui poggiano innumerevoli salse e piatti complessi. Ma perché si chiama proprio così? La risposta, apparentemente semplice, nasconde un processo di preparazione che ne determina non solo il colore, ma anche l’intensità del sapore.

Il nome “fondo bruno” deriva direttamente dall’aspetto finale del preparato. Brunire, infatti, significa scurire, imbrunire. E il fondo bruno, per meritare questo nome, deve raggiungere una tonalità di marrone intenso, quasi mogano. Questo colore non è casuale, ma il risultato di una serie di passaggi fondamentali: la rosolatura.

Il segreto del fondo bruno risiede infatti nella lenta e prolungata rosolatura delle ossa (generalmente di manzo, vitello o selvaggina) e degli aromi, come carote, sedano e cipolle. Questa fase, eseguita a temperature elevate, permette la reazione di Maillard, un processo chimico complesso che avviene tra gli amminoacidi e gli zuccheri presenti negli ingredienti. La reazione di Maillard è la responsabile non solo della colorazione bruna, ma anche della creazione di centinaia di composti aromatici che conferiscono al fondo bruno il suo caratteristico sapore ricco e profondo.

Immaginate la scena: ossa e verdure sfrigolano in una teglia, rilasciando i loro succhi. Man mano che il calore agisce, gli zuccheri caramellizzano e le proteine si denaturano, generando una miriade di sapori che si fondono e si intensificano. Questo processo richiede tempo e pazienza: affrettare la rosolatura si tradurrebbe in un sapore amaro e bruciato, distante dalla complessità desiderata.

Una volta raggiunta la perfetta colorazione bruna, le ossa e le verdure vengono deglassate con vino rosso (o aceto), per raccogliere tutti i succhi caramellati adesi al fondo della teglia. Questi succhi, ricchi di sapore, vengono poi aggiunti a una pentola contenente acqua fredda e aromi, dando inizio a una lunga e lenta cottura. Durante la cottura, le impurità e le schiume vengono costantemente rimosse, per ottenere un fondo limpido e dal sapore puro.

Il risultato finale è un liquido denso, ricco di collagene (che conferirà una consistenza vellutata), dal colore bruno intenso e dal sapore profondo e concentrato. Un’essenza di sapori che, come un buon vino, migliora con il tempo.

Il fondo bruno è quindi molto più di un semplice brodo. È una base versatile che può essere utilizzata per preparare zuppe, stufati, brasati e, naturalmente, salse. Una di queste salse, derivata proprio dal fondo bruno addizionato di passata di pomodoro, è diventata leggendaria: la salsa spagnola, nota anche come bruna. Questa salsa, addensata con roux, si distingue ulteriormente per il suo colore scuro e per il suo sapore ricco e complesso, testimoniando ancora una volta l’importanza e l’influenza del suo “antenato”: il fondo bruno, un nome che è tutto un programma.