Quanti giocatori per ogni ruolo?

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Nel modulo 2-3-5, il portiere era il numero 1, i terzini il 2 e il 3, e i mediani dal 4 al 6. Le ali occupavano i numeri 7 e 11, mentre i restanti numeri, dall8 al 10, erano destinati agli attaccanti interni e alla punta centrale, completando la formazione offensiva.

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L’Evoluzione Tattica del 2-3-5: Un’Analisi dei Ruoli e della Numerazione

Il modulo 2-3-5, un’icona del calcio di inizio Novecento, rappresenta un affascinante esempio di come la disposizione dei giocatori in campo potesse influenzare non solo la dinamica del gioco, ma anche la stessa numerazione delle maglie. Lontano dalle complesse strategie moderne, questo schema, pur nella sua semplicità, rivela una chiara filosofia di gioco e una precisa assegnazione dei ruoli, strettamente legata alla numerazione tradizionale.

La descrizione di una formazione 2-3-5 con portiere numero 1, terzini 2 e 3, mediani dal 4 al 6, ali 7 e 11, e attaccanti (interni e centravanti) dall’8 al 10, non è semplicemente una catalogazione asettica, ma uno spaccato di un’epoca calcistica. Essa evidenzia una gerarchia implicita, riflesso di un’organizzazione tattica basata su una netta divisione tra difesa, centrocampo e attacco.

La presenza di soli due difensori, per esempio, suggerisce un approccio più offensivo, con un rischio calcolato in fase difensiva, a favore di una maggiore superiorità numerica in zona avanzata. Il trio di centrocampisti, numeri 4, 5 e 6, costituiva un punto cardine, responsabile sia del recupero palla che del lancio verso le ali e gli attaccanti. La numerazione stessa, in questo caso, suggerisce una progressione gerarchica, con il numero 6 potenzialmente più difensivo e i numeri 4 e 5 con maggiore libertà di manovra.

Le ali, 7 e 11, rappresentavano un elemento fondamentale del gioco, incaricate di crossare verso la zona centrale, dove i tre attaccanti (8, 9 e 10) aspettavano l’occasione per segnare. La scelta dei numeri 7 e 11, ancora oggi iconici per le posizioni di ala, evidenzia la persistenza di alcune convenzioni numeriche nel calcio moderno. Infine, la punta centrale, probabilmente il numero 9 o il 10 a seconda delle esigenze tattiche, rappresentava il finalizzatore per eccellenza, il giocatore con il compito principale di trasformare le occasioni in gol.

In conclusione, l’analisi del modulo 2-3-5 e della sua numerazione non è solo un esercizio nostalgico, ma un’opportunità per comprendere l’evoluzione del calcio. Essa ci permette di apprezzare la semplicità e l’efficacia di uno schema tattico che, pur essendo superato, ha gettato le basi per le complesse strategie che caratterizzano il calcio moderno. L’analisi della numerazione, infine, ci ricorda come la tradizione, anche in un contesto sportivo in continua evoluzione, lascia un segno indelebile, influenzando le scelte e le convenzioni di generazioni di giocatori e allenatori.