Come si chiama il codice dei colori?
Pantone, RAL e NCS sono sistemi di codifica cromatica professionali. La scelta tra questi dipende dal processo produttivo (stampa, verniciatura) e dallinterlocutore; ad esempio, con i pittori si preferisce il sistema NCS.
Oltre l’Arcobaleno: Un Viaggio nei Sistemi di Codifica del Colore
Il colore, elemento fondamentale nella comunicazione visiva, non è un concetto astratto ma una precisa entità misurabile e codificabile. A differenza della percezione soggettiva, che può variare da individuo a individuo, l’industria e il design necessitano di un linguaggio universale e oggettivo per definire e riprodurre fedelmente le tinte. Da qui nasce la necessità di sistemi di codifica cromatica, strumenti imprescindibili per garantire coerenza e precisione nella produzione di beni e servizi. Ma quali sono questi sistemi e come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze?
La domanda “Come si chiama il codice dei colori?” non ammette una risposta univoca. Esistono infatti diversi sistemi, ognuno con le proprie caratteristiche e applicazioni specifiche. Tra i più diffusi e riconosciuti a livello professionale spiccano Pantone, RAL e NCS. Questi non sono semplici cataloghi di colori, ma complessi sistemi di riferimento che permettono di identificare e riprodurre con precisione una determinata tonalità, indipendentemente dal supporto o dal processo produttivo.
Pantone, sinonimo di riferimento globale per il design grafico e la stampa, utilizza un sistema proprietario di codifica basato su numeri e nomi specifici. La sua ampia gamma di colori, suddivisa in diverse collezioni (come la famosissima Pantone Fashion, Home + Interiors), è ampiamente utilizzata nel settore tessile, dell’abbigliamento, della grafica editoriale e del packaging. La sua forza risiede nella sua diffusione capillare e nell’essere uno standard riconosciuto a livello internazionale, garantendo una comunicazione chiara e univoca tra designer, stampatori e produttori.
RAL, acronimo di Reichs-Ausschuß für Lieferbedingungen, nato in Germania, si concentra principalmente sulle vernici e sui rivestimenti. Il sistema RAL, con le sue famose “carte colore”, è particolarmente apprezzato nel settore edilizio, automobilistico e industriale per la sua precisione nella riproduzione di tinte su superfici solide. La sua semplicità e la sua lunga storia lo rendono uno standard consolidato e affidabile, ideale per la scelta di colori per facciate, mobili o veicoli.
NCS, acronimo di Natural Colour System, si distingue per il suo approccio scientifico e per la sua capacità di descrivere il colore in modo più intuitivo e vicino alla percezione umana. Basato su quattro dimensioni fondamentali (tinta, saturazione, luminosità e bianco), NCS permette di creare un’ampia gamma di colori, identificandoli con un codice alfanumerico univoco. Questo sistema è particolarmente apprezzato dai pittori e dagli architetti, che lo utilizzano per la scelta e la miscelazione di colori in ambito decorativo. La sua natura più descrittiva rispetto ad altri sistemi lo rende particolarmente adatto a dialoghi meno tecnici e più incentrati sulla percezione estetica del colore.
La scelta tra Pantone, RAL e NCS, quindi, non è arbitraria. Dipende fortemente dall’ambito applicativo, dal processo produttivo e, cosa altrettanto importante, dall’interlocutore. Come accennato, collaborando con pittori, il sistema NCS risulta spesso preferibile per la sua chiarezza e semplicità di comprensione. Invece, per la stampa, Pantone è quasi sempre la scelta obbligata. La consapevolezza di queste diverse sfumature è fondamentale per una comunicazione efficace e per la realizzazione di progetti di alta qualità. La corretta codifica del colore, infatti, non è solo un dettaglio tecnico, ma un elemento cruciale per la riuscita di ogni progetto che abbia a che fare con la percezione visiva.
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