Cosa succede se un cliente si rifiuta di pagare la tassa di soggiorno?

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In caso di rifiuto del pagamento della tassa di soggiorno, il Comune esige comunque il versamento dal gestore della struttura, il quale può rivalersi nei confronti dellospite mediante le procedure di riscossione previste.

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Cosa accade se un cliente rifiuta di pagare la tassa di soggiorno?

La tassa di soggiorno è un’imposta locale che viene applicata ai turisti che soggiornano in strutture ricettive come hotel, bed and breakfast e affittacamere. L’importo della tassa varia a seconda del Comune e della categoria della struttura ricettiva.

In caso di rifiuto del pagamento della tassa di soggiorno, il Comune non può richiedere il pagamento direttamente al cliente, ma esige comunque il versamento dal gestore della struttura.

Il gestore della struttura, a sua volta, può rivalersi nei confronti dell’ospite mediante le procedure di riscossione previste dalla legge. Queste procedure possono includere:

  • Invio di una lettera di sollecito: Il gestore può inviare una lettera all’ospite chiedendogli di saldare la tassa di soggiorno entro un termine specificato.
  • Contatto telefonico: Il gestore può contattare telefonicamente l’ospite per sollecitare il pagamento.
  • Procedura di ingiunzione: Se l’ospite non risponde alle sollecitazioni, il gestore può avviare una procedura di ingiunzione presso il Tribunale. In caso di accoglimento dell’ingiunzione, l’ospite sarà obbligato a pagare la tassa di soggiorno, oltre alle spese legali.

In alcuni Comuni, i gestori delle strutture ricettive sono tenuti a trattenere la tassa di soggiorno all’atto della prenotazione o al momento del check-in. In questo modo, si evita il rischio che il cliente si rifiuti di pagare.

È importante ricordare che il pagamento della tassa di soggiorno è un obbligo per i turisti che soggiornano in strutture ricettive. Il rifiuto del pagamento può comportare conseguenze legali per il gestore della struttura e per l’ospite.