Dove ci sono più ulivi in Italia?

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In Italia, la coltivazione dellolivo si estende su circa un milione di ettari. La Puglia detiene la quota maggiore (35,5%), seguita da Calabria (17%) e Sicilia (13%). Insieme, queste tre regioni rappresentano quasi i due terzi della superficie olivicola nazionale. Toscana, Campania e Lazio contribuiscono con percentuali minori, attestandosi attorno al 6-7% ciascuna.

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L’oro verde d’Italia: un viaggio tra gli ulivi, dalle verdi colline pugliesi alle coste calabresi

L’Italia, terra di storia e di bellezza, è anche la patria di un’antica e preziosa cultura: quella dell’olivo. Un milione di ettari di terreno, un’estensione vasta quanto una piccola regione, è dedicato a questa pianta simbolo del Mediterraneo, il cui frutto, l’oliva, regala un prezioso dono: l’olio extravergine di oliva, orgoglio culinario e motore economico del nostro Paese. Ma dove si concentra la maggiore concentrazione di questi alberi secolari, custodi di tradizioni millenarie e produttori di un oro liquido tanto apprezzato in tutto il mondo?

La risposta, pur non essendo sorprendente, rivela un affascinante quadro geografico della coltivazione olivicola italiana. La Puglia, con la sua bellezza selvaggia e i paesaggi punteggiati da muretti a secco che abbracciano distese di ulivi secolari, si posiziona al primo posto, detenendo ben il 35,5% della superficie olivicola nazionale. Un dato che non stupisce se si considera l’importanza storica della coltivazione dell’olivo in questa regione, dove tecniche di coltivazione tramandate di generazione in generazione contribuiscono a mantenere alta la qualità della produzione. Immagini di ulivi contorti dal tempo, resi monumentali dalla paziente opera della natura, sono l’emblema di un paesaggio unico, patrimonio dell’umanità.

Segue a ruota la Calabria (17%), regione altrettanto vocata alla coltivazione dell’olivo, dove i terreni collinari e costieri creano un microclima ideale per la crescita di diverse varietà, contribuendo alla ricchezza e alla varietà dell’olio prodotto. Anche qui, la coltivazione è spesso intrecciata con la storia e la cultura del territorio, creando un legame indissolubile tra uomo e natura.

La Sicilia (13%), terza nella classifica, completa il podio di questa trionfale triade olivicola. L’isola, con le sue diverse aree climatiche e la varietà di cultivar, offre una vasta gamma di oli extravergine di oliva, ognuno con caratteristiche organolettiche uniche, che rispecchiano la diversità del territorio.

Toscana, Campania e Lazio, pur contribuendo con percentuali minori (attorno al 6-7% ciascuna), giocano un ruolo importante nel panorama olivicolo nazionale, offrendo oli di alta qualità e contribuendo alla ricchezza e alla varietà del patrimonio olivicolo italiano. Queste regioni, con le loro tradizioni e le loro peculiarità, arricchiscono ulteriormente il mosaico dell’olio extravergine di oliva italiano, dimostrando come la coltivazione dell’olivo non sia solo un’attività economica, ma un elemento fondamentale del patrimonio culturale del nostro Paese.

In conclusione, l’Italia, con la sua straordinaria varietà di oli, conferma la sua posizione di leader nel settore, grazie alla sapiente gestione del territorio e alla dedizione di generazioni di olivicoltori. La Puglia, la Calabria e la Sicilia, protagoniste indiscusse di questa storia di successo, custodiscono un patrimonio inestimabile, che va preservato e valorizzato per garantire la continuità di una tradizione che ha radici millenarie e un futuro luminoso.