Quanto viene pagato il latte al contadino?

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Il prezzo del latte al supermercato varia da 0,85 a 1,50 euro al litro, a seconda della qualità e della marca. Il latte di alta qualità, pagato agli allevatori meno di 0,35 euro al litro, costa al consumatore fino a 1,50 euro. I marchi delle catene di supermercati offrono prezzi più bassi, intorno a 1,20 euro.
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Il Latte Amaro: Dal Campo alla Tavola, un Margine di Profitto Troppo Largo?

Il latte, alimento base della nostra dieta, si presenta al consumatore con un’ampia gamma di prezzi: da un minimo di 0,85€ a un massimo di 1,50€ al litro. Questa differenza, spesso attribuita alla qualità e al marchio, nasconde una realtà complessa e, per molti, preoccupante: il divario abissale tra il prezzo pagato al produttore e quello richiesto al consumatore finale.

Mentre il consumatore può scegliere tra diverse fasce di prezzo, spesso influenzato da campagne pubblicitarie che enfatizzano la provenienza, il metodo di allevamento o la tipologia di prodotto (intero, scremato, biologico), il prezzo percepito dal contadino rimane drammaticamente basso. Per un litro di latte di alta qualità, destinato poi a essere venduto anche a 1,50€, l’allevatore riceve, in molti casi, meno di 0,35€. Una cifra che difficilmente copre i costi di produzione, mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni.

Le marche proprie dei supermercati, con prezzi medi intorno a 1,20€, sembrano offrire una soluzione più conveniente al consumatore. Tuttavia, è lecito chiedersi quale sia il prezzo pagato al produttore in questo caso, e se anche in queste situazioni il margine di profitto lungo la filiera sia equamente distribuito. L’assenza di trasparenza su questo aspetto rende difficile una valutazione oggettiva.

Il problema non è solo economico, ma anche sociale e ambientale. Un prezzo di produzione troppo basso rischia di compromettere la qualità del latte stesso, incentivando pratiche intensive dannose per il benessere animale e l’ambiente. Inoltre, spinge gli allevatori a scelte difficili, minando la biodiversità e la sostenibilità del settore.

È quindi necessario un maggiore impegno da parte di tutti gli attori coinvolti nella filiera lattiero-casearia: una maggiore trasparenza sui prezzi pagati ai produttori, una maggiore equità nella distribuzione del valore aggiunto, e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori, che possono scegliere di sostenere aziende che garantiscono prezzi equi e pratiche di produzione sostenibili. Il futuro del settore lattiero-caseario, e la sopravvivenza di tante realtà agricole, dipendono da una profonda riflessione e da un cambio di rotta, partendo da un prezzo del latte giusto per chi lo produce. Il latte non dovrebbe essere amaro per chi lo fa, ma buono per chi lo beve.