Dove è possibile parcheggiare?

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Il parcheggio fuori dalle strisce blu è consentito in aree non trafficate, prive di divieti segnalati da segnaletica orizzontale o verticale. In caso di contestazione, la mancanza di divieto costituisce valida difesa contro eventuali sanzioni.

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Il parcheggio selvaggio: un’arte (o un rischio?) tra legalità e convenienza

Trovare un parcheggio in città è spesso una vera e propria odissea. La tentazione di lasciare l’auto fuori dalle strisce blu, in un’area apparentemente tranquilla e deserta, è forte. Ma a quale rischio si va incontro? È davvero lecito parcheggiare ovunque, purché non ci siano evidenti divieti? La risposta, purtroppo, non è semplice e si muove in un territorio giuridico piuttosto intricato.

La premessa, apparentemente rassicurante, che afferma la liceità del parcheggio fuori dalle strisce blu in aree non trafficate e prive di divieti, contiene in sé un’ambiguità sostanziale. La “mancanza di divieto” costituisce infatti una valida difesa solo se interpretata nel contesto di una rigorosa dimostrazione. Non basta, cioè, affermare di non aver visto alcun cartello o striscia gialla.

L’assenza di segnaletica esplicita non implica automaticamente la libera possibilità di sosta. La legge, infatti, si basa su un principio fondamentale: la regolamentazione del suolo pubblico è demandata all’amministrazione comunale, che ha il potere di disciplinare la circolazione e la sosta attraverso regolamenti specifici, anche in assenza di segnaletica puntuale. Questi regolamenti possono prevedere limitazioni alla sosta in determinate aree, anche senza l’apposizione di cartelli. Potrebbero, ad esempio, esistere ordinanze comunali che vietano la sosta in determinate strade, per motivi di sicurezza o di viabilità, senza che ciò sia segnalato da strisce o segnali stradali.

Pertanto, parcheggiare fuori dalle strisce blu, anche in zone apparentemente libere, implica un rischio. In caso di contestazione, il conducente dovrà dimostrare, con prove concrete, la non esistenza di regolamenti comunali che vietino la sosta in quel preciso punto. Tale dimostrazione potrebbe rivelarsi complessa e richiedere l’accesso agli atti amministrativi del Comune.

In definitiva, l’apparente semplicità della regola “dove non è vietato, è permesso” si rivela un’illusione. La prudenza suggerisce di limitarsi a utilizzare solo gli spazi di sosta autorizzati, evitando di incorrere in sanzioni spesso salate e nel dispendio di tempo e risorse per una eventuale, complessa, difesa. La convenienza di un parcheggio “selvaggio” rischia di trasformarsi rapidamente in un onere sproporzionato, a fronte di un rischio concreto e non sempre facilmente quantificabile. La scelta, dunque, tra sicurezza e comodità, spetta al conducente, consapevole delle implicazioni legali e delle potenziali conseguenze delle proprie azioni.