Quanto guadagna un concessionario su ogni auto venduta?

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Un concessionario auto guadagna in media il 5% del prezzo di vendita di unauto, ma questa cifra è lorda. Dopo aver coperto stipendi, spese operative e tasse, il profitto netto si riduce drasticamente, attestandosi in genere intorno allo 0,7% del fatturato totale.

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Il Mito del Pieno d’Oro: Quanto Guadagna Realmente un Concessionario Auto per Ogni Vendita

L’immagine del concessionario auto che si arricchisce ad ogni contratto firmato è un cliché duro a morire. Nella realtà, il margine di guadagno su una singola auto è sorprendentemente più sottile e complesso di quanto si possa immaginare. Sebbene la prospettiva di intascare una percentuale sul prezzo di vendita possa sembrare allettante, la verità è che i concessionari auto operano in un mercato altamente competitivo, con costi operativi significativi e margini che si assottigliano costantemente.

Si sente spesso parlare di un guadagno medio del 5% sul prezzo di vendita di un’auto. Questa cifra, pur essendo un punto di partenza, dipinge un quadro incompleto. È fondamentale comprendere che si tratta di un margine lordo. Da questo 5%, il concessionario deve sottrarre una miriade di spese che erodono drasticamente il profitto finale.

Immaginate un’auto venduta a 20.000 euro. Un 5% di margine lordo si traduce in 1.000 euro. Una somma interessante, certo, ma che svanisce rapidamente di fronte alla realtà dei costi.

Dove finiscono i 1.000 euro?

Innanzitutto, bisogna considerare gli stipendi del personale: venditori, meccanici, personale amministrativo, responsabili. La forza lavoro di un concessionario è numerosa e i costi salariali rappresentano una fetta consistente delle uscite.

Poi ci sono le spese operative: affitto o mutuo per lo spazio espositivo, utenze (luce, acqua, riscaldamento), assicurazioni, manutenzione dell’edificio, costi di marketing e pubblicità (essenziali per attirare clienti), costi di gestione del parco auto (pulizia, rifornimento, piccoli interventi di manutenzione).

Non dimentichiamo le tasse: imposte sul reddito, tasse locali, contributi previdenziali per i dipendenti.

Infine, spesso ci sono costi di finanziamento. Molti concessionari offrono opzioni di finanziamento ai clienti, il che implica costi legati alla gestione dei prestiti e, in alcuni casi, interessi passivi.

Dopo aver sottratto tutte queste spese, il profitto netto, ovvero ciò che realmente rimane in tasca al concessionario, si riduce drasticamente. In genere, si attesta intorno allo 0,7% del fatturato totale. Ritornando all’esempio dell’auto da 20.000 euro, un profitto netto dello 0,7% si tradurrebbe in soli 140 euro.

La Diversificazione come Strategia di Sopravvivenza

Per compensare i margini ristretti sulla vendita di auto nuove, i concessionari ricorrono a diverse strategie:

  • Vendita di auto usate: I margini di profitto sulle auto usate sono generalmente più elevati rispetto alle auto nuove, offrendo un’opportunità per aumentare la redditività.
  • Servizi di assistenza e riparazione: L’officina meccanica rappresenta una fonte di reddito stabile e consistente.
  • Vendita di ricambi e accessori: Offrire una vasta gamma di ricambi e accessori, spesso con margini di profitto elevati, contribuisce ad aumentare il fatturato complessivo.
  • Servizi finanziari e assicurativi: Proporre finanziamenti, assicurazioni e garanzie estese permette di generare commissioni aggiuntive.

Conclusione

La realtà del profitto di un concessionario auto è ben lontana dall’immagine idealizzata. Sebbene il margine lordo sulla vendita di un’auto possa sembrare interessante, le numerose spese operative e le tasse lo erodono drasticamente. Per sopravvivere in un mercato competitivo, i concessionari devono diversificare le proprie fonti di reddito e ottimizzare i costi, concentrandosi sulla fornitura di un servizio di alta qualità e sulla fidelizzazione dei clienti. Il mito del “pieno d’oro” ad ogni vendita è, in definitiva, un’illusione.