Quanto si guadagna con un piccolo bar?
I bar solitamente realizzano un margine lordo tra il 60% e l80%. Ciò significa che, ad esempio, un bar con un fatturato mensile di €20.000 potrebbe generare un profitto lordo di circa €14.000, calcolato applicando un margine medio del 70% al fatturato. Un esempio chiarirà ulteriormente questo concetto.
Il Piccolo Bar: Un Mare di Sogni, Un Oceano di Lavoro? L’Analisi dei Guadagni.
Aprire un piccolo bar è un sogno per molti: l’idea di un ambiente accogliente, di relazioni con la clientela e di una propria attività indipendente affascina. Ma dietro l’immagine romantica si cela una dura realtà economica, fatta di bilanci da studiare attentamente e di margini di profitto che possono essere più o meno ampi a seconda di diversi fattori. Quanto si guadagna davvero? Non esiste una risposta univoca, ma un’analisi approfondita può illuminare il percorso.
Spesso si sente parlare di un margine lordo compreso tra il 60% e l’80% per i bar. Questa percentuale, però, non rappresenta il guadagno netto, bensì il profitto lordo, ovvero la differenza tra il fatturato e il costo del venduto (materie prime, bevande, ecc.). Un esempio concreto chiarisce il concetto: un bar con un fatturato mensile di €20.000, applicando un margine lordo medio del 70%, genera un profitto lordo di €14.000 (€20.000 x 0.70 = €14.000). Sembra un risultato considerevole, ma è solo il primo passo.
Da questo profitto lordo, infatti, vanno detratti tutti i costi fissi e variabili: l’affitto del locale, le utenze (acqua, luce, gas), le tasse (IVA, IRPEF, IMU, ecc.), i contributi previdenziali, le spese di personale (se impiegati sono presenti), le spese di marketing e pubblicità, le manutenzioni, le riparazioni e gli ammortamenti degli attrezzi. Questi costi possono variare enormemente a seconda della posizione del bar (affitti più alti nelle zone centrali), del tipo di offerta (cocktail bar più costosi di un bar tradizionale), della dimensione del locale e del numero di dipendenti.
Un piccolo bar in una zona periferica con un gestore che lavora autonomamente e senza personale avrà costi decisamente inferiori rispetto a un bar centrale con personale qualificato e un’offerta più ampia. Nel primo caso, il guadagno netto potrebbe avvicinarsi al profitto lordo, mentre nel secondo, la differenza tra profitto lordo e netto potrebbe essere significativa, arrivando a ridurre il guadagno netto a una frazione del lordo.
Inoltre, bisogna considerare la stagionalità: i periodi di alta affluenza (estate, festività) generano fatturati maggiori, mentre i periodi di bassa stagione possono comportare perdite o profitti molto limitati. Una gestione oculata delle scorte, un’attenta politica di prezzo e una strategia di fidelizzazione della clientela sono cruciali per mitigare l’impatto della stagionalità.
In conclusione, la redditività di un piccolo bar è un aspetto complesso e variabile. Il sogno di indipendenza e di profitti elevati deve essere bilanciato da una solida pianificazione economica, da un’analisi accurata dei costi e da una profonda conoscenza del mercato di riferimento. Solo così si può sperare di navigare con successo nel mare delle attività commerciali, trasformando il sogno in una realtà sostenibile e redditizia.
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