Come fare i test di intolleranza alimentare?

0 visite

Lesofagogastroduodenoscopia, o EGDS, prevede linserimento di un endoscopio con videocamera dalla bocca per visualizzare esofago, stomaco e duodeno. Durante lesame, vengono prelevati piccoli campioni di tessuto (biopsie) nel duodeno. Lanalisi istologica di queste biopsie è fondamentale per diagnosticare la celiachia con certezza.

Commenti 0 mi piace

Smascherare le intolleranze alimentari: oltre il semplice fastidio

Le intolleranze alimentari sono un problema sempre più diffuso, spesso confuso con le allergie. Mentre queste ultime scatenano una reazione immunitaria immediata e potenzialmente pericolosa, le intolleranze provocano disturbi digestivi, cutanei o sistemici più graduali e meno gravi, ma comunque debilitanti. Capire la differenza e individuare la causa dei sintomi è fondamentale per migliorare la qualità della vita.

Ma come fare a diagnosticare con certezza un’intolleranza alimentare? Esistono diversi approcci, e la scelta del percorso diagnostico più adatto dipende dalla sintomatologia e dal sospetto clinico. Eliminare arbitrariamente alimenti dalla dieta senza un’adeguata indagine può portare a carenze nutrizionali e non risolve il problema alla radice.

Mentre per alcune intolleranze, come quella al lattosio, esistono test specifici come il breath test all’idrogeno, per altre la diagnosi è più complessa. Un esempio è la celiachia, un’intolleranza permanente al glutine, una proteina presente in cereali come frumento, orzo e segale. In questo caso, l’esclusione del glutine dalla dieta non è sufficiente per una diagnosi definitiva.

L’esame gold standard per la diagnosi di celiachia è la esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con biopsia duodenale. Questa procedura, seppur minimamente invasiva, fornisce informazioni cruciali. Attraverso l’inserimento di un endoscopio, un sottile tubo flessibile dotato di una videocamera, il medico può visualizzare direttamente l’esofago, lo stomaco e il duodeno. Durante la procedura, vengono prelevati piccoli frammenti di tessuto (biopsie) dal duodeno, la prima parte dell’intestino tenue.

L’analisi istologica di queste biopsie al microscopio permette di individuare eventuali alterazioni della mucosa duodenale caratteristiche della celiachia, come l’atrofia dei villi intestinali e l’iperplasia delle cripte. Queste alterazioni compromettono l’assorbimento dei nutrienti e sono direttamente correlate all’esposizione al glutine. Pertanto, l’EGDS con biopsia duodenale è fondamentale non solo per confermare la diagnosi di celiachia, ma anche per valutare la gravità del danno intestinale.

Oltre all’EGDS, possono essere utili anche esami del sangue per la ricerca di specifici anticorpi, ma questi non sono sempre sufficienti per una diagnosi definitiva. È importante sottolineare che solo un medico specialista può interpretare correttamente i risultati degli esami e indicare il percorso diagnostico più appropriato. Auto-diagnosticarsi e intraprendere diete restrittive senza un consulto medico può essere dannoso per la salute.

In conclusione, affrontare le intolleranze alimentari richiede un approccio scientifico e personalizzato. L’EGDS con biopsia duodenale, pur essendo una procedura invasiva, rappresenta un esame fondamentale per la diagnosi di celiachia, garantendo una diagnosi accurata e permettendo di intraprendere il percorso terapeutico più efficace, basato sull’eliminazione del glutine dalla dieta.