Come si risponde in inglese quando bussano alla porta?
Aprire direttamente la porta a chi bussa è comune, ma comporta rischi. Una maggiore cautela è consigliata. Se si chiede lidentità, la risposta sarà tipicamente un nome o unidentificazione.
Oltre il semplice “Who’s there?”: l’arte di rispondere a una bussata in inglese con astuzia e sicurezza.
Sentire bussare alla porta è un’esperienza universale, ma la risposta, soprattutto se ci si trova in un paese anglofono, può essere più sfumata e complessa di quanto si pensi. Certo, aprire immediatamente la porta è l’opzione più ovvia, ma nel mondo odierno, dove la sicurezza è una priorità, un approccio più cauto è non solo consigliabile, ma a volte essenziale.
Se la privacy e la sicurezza sono le vostre principali preoccupazioni, limitarsi a un semplice “Who’s there?” (“Chi è?”) potrebbe non essere sufficiente. Questa domanda, pur essendo un classico, fornisce pochissime informazioni e lascia chi sta dietro la porta nel controllo della situazione.
Ecco alcune strategie alternative, con diverse sfumature di formalità e cautela, che vi permetteranno di gestire la situazione con maggiore astuzia:
1. L’approccio cortese ma distante:
- “Yes?” Questa singola parola è sufficiente per indicare che avete sentito bussare e che siete disposti a comunicare, senza però rivelare la vostra posizione esatta all’interno della casa.
- “Hello?” Simile a “Yes?”, aggiunge un tocco di cordialità.
- “Who is it, please?” (“Chi è, per favore?”) Più formale e educato, ma comunque richiede una risposta specifica da chi bussa.
2. L’approccio diretto e mirato:
- “What do you want?” (“Cosa vuoi?”) Questa frase è decisamente più diretta e potrebbe essere percepita come scortese da alcuni, ma è efficace per scoraggiare eventuali venditori porta a porta o persone con intenzioni poco chiare.
- “Who’s calling?” (Se avete un campanello con interfono): Specifico per chi ha un campanello con interfono, permette di identificare chi bussa senza aprire la porta.
3. L’approccio orientato al contesto:
- Se state aspettando qualcuno in particolare: “Is that [Nome della persona]?” (“È [Nome della persona]?”) Questa domanda specifica indirizza la risposta e vi dà la possibilità di confermare l’identità senza rivelare chi siete voi.
- Se avete ordinato del cibo o un pacco: “Are you from [Nome del ristorante/azienda di spedizioni]?” (“Siete di [Nome del ristorante/azienda di spedizioni]?”) Anche in questo caso, si utilizza il contesto per ottenere una risposta mirata.
Cosa fare dopo la risposta:
Una volta ottenuta una risposta, prestate attenzione ai dettagli. Un nome o una identificazione generica (ad esempio, “Postman” – Postino) non sono sufficienti. Chiedete ulteriori informazioni:
- “What’s your business?” (“Qual è la sua/vostra motivazione?”)
- “Can you tell me why you’re here?” (“Può dirmi perché è qui?”)
- “I’m not expecting anyone, so who are you with?” (“Non sto aspettando nessuno, quindi per chi lavora?”)
Se la risposta vi sembra sospetta o poco convincente, non abbiate paura di non aprire la porta. La vostra sicurezza è la priorità. Potete sempre chiamare le forze dell’ordine se vi sentite minacciati.
In sintesi:
Rispondere a una bussata in inglese non significa semplicemente ripetere un cliché. Richiede un approccio consapevole, che tenga conto del contesto, della vostra sicurezza e del livello di formalità che desiderate mantenere. Utilizzando le strategie sopra descritte, potrete gestire la situazione con astuzia, ottenendo le informazioni necessarie per decidere se aprire la porta o meno. Ricordate, la prudenza non è mai troppa, e la vostra tranquillità vale più di qualsiasi obbligo sociale.
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