Quando iniziare a dare la pasta ai bambini?

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La pastina può essere introdotta nello svezzamento dopo il semolino e le micro-pastine. Intorno ai 10 mesi, si può passare a formati più grandi come maccheroncini e pennette.
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L’arrivo della pasta nello svezzamento: un’introduzione graduale e consapevole

L’introduzione della pasta nello svezzamento è un momento importante nello sviluppo alimentare del bambino, ma richiede attenzione e gradualità. Non si tratta di un’immissione improvvisa, bensì di un’integrazione delicata all’interno di un percorso alimentare già ben avviato. Nonostante il comune pensiero, non è un passaggio immediato, anzi, è spesso preceduto da altri alimenti.

Il semolino, spesso primo alimento introdotto, e le micro-pastine, forme più piccole e delicate, costituiscono una base solida per preparare il sistema digestivo del piccolo a cibi più strutturati. È intorno ai 10 mesi che si può iniziare a considerare l’introduzione di formati di pasta più grandi, come i maccheroncini e le pennette. Questa fase, cruciale, non è solo un’opportunità di ampliare il menu, ma anche di sviluppare abilità motorie importanti come la prensione e il conseguente controllo della bocca.

Prima di arrivare ai 10 mesi, è fondamentale che il bambino abbia già sviluppato una certa autonomia nella masticazione e nella deglutizione, mostrando competenza nei primi alimenti introdotti. Ogni bambino è diverso e ha il suo ritmo, quindi è essenziale osservare i segnali che il piccolo manda: la disponibilità ad assumere cibo e l’assenza di reazioni allergiche o intolleranze sono fattori determinanti nella scelta del momento giusto per introdurre nuovi alimenti, compresi i primi tipi di pasta.

L’introduzione della pasta, in questo periodo, va gestita con la stessa attenzione riservata a tutti gli altri alimenti. È consigliabile iniziare con piccole porzioni e seguire attentamente le reazioni del bambino. L’acqua di cottura, solitamente non necessaria con il semolino, è un fattore da considerare: con la pasta è importante che sia bollita correttamente e che sia ben scolata. L’obiettivo è di abituare il bambino ad un nuovo sapore e a una nuova consistenza, evitando di sovraccaricare il sistema digestivo con quantità eccessive e di introdurre eventuali intolleranze o allergie.

La scelta della pasta è importante: formati piccoli, a forma di spirale o tagliatelle allungate, consentiranno al bambino di esercitarsi nella prensione e nella manipolazione del cibo, migliorando le sue capacità motorie. La pasta, oltre a costituire una fonte di carboidrati, può essere arricchita con verdure o carni tritate finemente, in base alle esigenze nutritive del bambino e al suo grado di accettazione dei diversi gusti. La pasta, se introdotta correttamente, diventerà un elemento importante e nutriente all’interno della dieta del bambino in crescita.

Infine, è fondamentale consultare sempre il pediatra o un dietologo per una consulenza personalizzata e per assicurarsi di seguire le migliori prassi per lo sviluppo alimentare del proprio bambino.