Quanto prende in media un pensionato?

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In Italia, pur essendo le donne la maggioranza dei pensionati (52%), gli uomini percepiscono il 56% delle pensioni. Limporto medio annuo per gli uomini è del 35% superiore a quello delle donne, ovvero 24.671 euro contro 18.291 euro.

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Il divario pensionistico di genere: un’analisi della disparità salariale in Italia

La pensione, frutto di una vita di lavoro e sacrifici, dovrebbe rappresentare un periodo di serenità e sicurezza economica. In Italia, tuttavia, la realtà per i pensionati, e in particolar modo per le donne, si presenta ben lontana da questo ideale. Sebbene le donne costituiscano la maggioranza dei pensionati (il 52%), una profonda disparità di genere permea il sistema previdenziale, evidenziando un problema strutturale che affonda le radici nella disparità salariale durante la vita lavorativa.

L’immagine di una pensione equa e sufficiente si scontra con la dura realtà dei numeri. L’importo medio annuo percepito dagli uomini pensionati si attesta sui 24.671 euro, mentre quello delle donne si ferma a 18.291 euro. Questa differenza, pari a 6.380 euro all’anno, rappresenta un divario significativo del 35%, una cifra che evidenzia una profonda ingiustizia sociale. Il dato più allarmante, tuttavia, è che nonostante la maggiore presenza di donne tra i pensionati, gli uomini percepiscono il 56% del totale delle pensioni erogate. Questo significa che, pur essendo numericamente inferiori tra i beneficiari, gli uomini concentrano una quota sproporzionata del budget pensionistico nazionale.

Questo squilibrio non è un fenomeno casuale, ma la conseguenza diretta di una serie di fattori intricati che si intersecano lungo l’intero arco della vita professionale delle donne. La maggiore presenza femminile in settori caratterizzati da salari più bassi, la maggiore incidenza di lavori part-time, spesso non retribuiti adeguatamente, e l’interruzione della carriera per motivi di maternità o cura dei familiari contribuiscono a ridurre significativamente il montante contributivo accumulato nel corso degli anni. Inoltre, la disparità salariale tra uomini e donne, ben presente anche nell’attuale mercato del lavoro, si riflette inevitabilmente sulla pensione finale, amplificando le disuguaglianze preesistenti.

Affrontare questo problema richiede un intervento multi-livello. Occorre, innanzitutto, promuovere politiche attive del lavoro che favoriscano la parità salariale tra uomini e donne, incentivando l’occupazione femminile a tempo pieno in settori ben retribuiti. La promozione di congedi parentali più flessibili e maggiormente sostenuti economicamente, nonché l’implementazione di servizi di assistenza all’infanzia accessibili ed efficienti, sono cruciali per permettere alle donne di conciliare carriera e famiglia senza penalizzazioni economiche significative.

In conclusione, il divario pensionistico di genere in Italia rappresenta una grave ingiustizia sociale, frutto di una profonda diseguaglianza di opportunità nel corso della vita lavorativa. Per garantire un futuro dignitoso a tutte le donne, è necessario intervenire con urgenza e determinazione, implementando politiche mirate a promuovere la parità salariale, la conciliazione vita-lavoro e un sistema pensionistico più equo e inclusivo. Solo così si potrà costruire una società in cui la pensione rappresenti, per tutti, un giusto riconoscimento del lavoro svolto e una garanzia di dignità economica nella terza età.