Che differenza c'è tra vino rosato e cerasuolo?
La distinzione tra rosato e rosè è principalmente geografica e di uso comune, non una classificazione ufficiale. Rosato evoca vini del Centro-Sud Italia, mentre rosè indica spesso quelli del Nord, senza implicare differenze specifiche di produzione o caratteristiche organolettiche.
Oltre il colore: Cerasuolo, Rosato e Rosé, un viaggio tra sfumature e terroir
Il mondo dei vini rosati, con le sue delicate gradazioni che vanno dal rosa cipria all’arancio tenue, è spesso fonte di confusione terminologica. Sentiamo parlare di rosato, rosé e, in alcune regioni, di cerasuolo. Ma quali sono le reali differenze tra queste denominazioni? Sgomberiamo subito il campo da un equivoco: tra “rosato” e “rosé” non esiste una distinzione enologica ufficiale. La differenza è principalmente geografica e di uso comune. Mentre “rosato” è il termine più diffuso in Italia, soprattutto nel Centro-Sud, “rosé” è un francesismo spesso utilizzato per i vini del Nord, ma senza implicare differenze nel metodo di produzione o nelle caratteristiche organolettiche. Entrambi indicano vini ottenuti da uve a bacca nera, vinificate in modo da estrarre solo una parte del colore dalle bucce.
Il discorso cambia quando parliamo di “cerasuolo”. Questo termine, che deriva dal colore “ciliegia” (cerasa), identifica vini rosati prodotti con specifiche uve e in determinate zone geografiche. Non si tratta quindi di una semplice sinonimia, ma di una vera e propria tipologia di vino con caratteristiche proprie. L’esempio più noto è il Cerasuolo d’Abruzzo DOC, ottenuto prevalentemente da uve Montepulciano, che si distingue per una struttura più importante rispetto ad altri rosati, un aroma fruttato con note di ciliegia e un colore rosa cerasuolo, appunto, più intenso e brillante. Esiste anche il Cerasuolo di Vittoria DOCG, prodotto in Sicilia con uve Nero d’Avola e Frappato, caratterizzato da un bouquet elegante e complesso, con note floreali e speziate, e un colore rosa corallo.
Quindi, mentre “rosato” e “rosé” sono termini generici intercambiabili, “cerasuolo” indica una precisa identità territoriale e produttiva. La scelta tra un rosato generico e un cerasuolo dipende quindi dalle preferenze personali e dall’occasione. Un rosato leggero e fresco può essere ideale per un aperitivo estivo, mentre un cerasuolo di struttura si abbina bene anche a piatti più elaborati.
In definitiva, la prossima volta che vi troverete di fronte a un vino rosato, ricordate che al di là delle denominazioni, è importante valutare il vitigno utilizzato, la provenienza geografica e le caratteristiche organolettiche descritte in etichetta. Solo così potrete apprezzare appieno le diverse sfumature di questo versatile e affascinante mondo enologico.
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