Che frutta si coltiva in Puglia?

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La Puglia è terra di frutti antichi e spesso dimenticati. Tra questi, il sorbo, lazzeruolo, il nespolo e il susino si affiancano a varietà meno comuni come il giuggiolo e il melograno, testimoniando la ricca biodiversità agricola della regione.

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Un Tesoro di Sapori Dimenticati: Il Frutteto Nascosto della Puglia

La Puglia, baciata dal sole e accarezzata dal vento, è un mosaico di paesaggi che si riflette anche nella sua agricoltura. Oltre ai campi di grano dorato e agli uliveti secolari, si cela un frutteto segreto, custode di sapori antichi e varietà dimenticate, un vero e proprio tesoro di biodiversità.

Non è solo la culla di cultivar moderne e ampiamente commercializzate; la Puglia è soprattutto il rifugio di frutti che raccontano una storia, quella di una tradizione agricola radicata nel tempo e attenta alla conservazione di specie uniche.

Pensiamo al sorbo, un frutto piccolo e aspro, un tempo apprezzato per le sue proprietà astringenti e conservanti. Lo si ritrova sparso nelle campagne, testimone di un’epoca in cui ogni frutto, anche il più modesto, aveva il suo valore.

Accanto al sorbo, ecco il lazzeruolo, con le sue bacche rosse vivaci, dal sapore acidulo e dissetante. Un tempo ingrediente prezioso di conserve e confetture, oggi riscoperto per le sue proprietà benefiche e il suo gusto particolare.

E come dimenticare il nespolo, con la sua forma tondeggiante e la polpa dolce e vellutata, simbolo dell’arrivo della primavera. Il suo sapore delicato è un invito alla lentezza, un ricordo dei tempi in cui la fretta non dettava i ritmi della natura.

Il susino, invece, rappresenta una famiglia numerosa, con varietà autoctone che si distinguono per il colore, la forma e il sapore. Dal susino coscia di monaca al susino santa rosa, ogni cultivar racchiude un’esperienza gustativa unica, un patrimonio di sapori da proteggere e valorizzare.

Ma il vero scrigno dei segreti frutticoli pugliesi si svela con il giuggiolo e il melograno. Il giuggiolo, con i suoi frutti piccoli e dolci, è l’ingrediente principale del famoso “brodo di giuggiole”, una preparazione tradizionale dal gusto intenso e aromatico. Il melograno, invece, con i suoi chicchi rubino racchiusi in una scorza coriacea, è un simbolo di fertilità e abbondanza, utilizzato fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali e il suo sapore inconfondibile.

La coltivazione di questi frutti “dimenticati” in Puglia non è solo un atto di nostalgia o una rivisitazione del passato. È una scelta consapevole, un impegno per preservare la biodiversità agricola e per offrire ai consumatori sapori autentici e legati al territorio. È una risposta alla crescente domanda di prodotti genuini e sostenibili, capaci di raccontare una storia e di evocare emozioni.

In un mondo sempre più omologato, la Puglia si distingue per la sua capacità di custodire e valorizzare i suoi tesori nascosti, offrendo un’esperienza sensoriale unica a chi sa guardare oltre le apparenze e riscoprire il piacere dei sapori antichi. Un viaggio alla scoperta di questo frutteto nascosto è un invito a rallentare, ad apprezzare la bellezza della diversità e a riscoprire il legame profondo tra uomo e natura.