Che percorso fa il cibo nello stomaco?

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Il cibo, trattenuto nello stomaco per circa mezzora (fino a 7 ore), passa poi attraverso il piloro allintestino tenue, lungo circa sette metri, suddiviso in duodeno, digiuno e ileo.
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Il viaggio avventuroso del cibo: dalla bocca all’intestino tenue

Avete mai pensato al lungo e tortuoso percorso che compie il cibo che mangiamo? Un viaggio straordinario che inizia dalla bocca e prosegue attraverso un intricato labirinto di organi, ognuno con un ruolo cruciale nella digestione e nell’assorbimento dei nutrienti.

Dopo essere stato masticato e mescolato con la saliva nella bocca, il cibo, trasformato in bolo, viene deglutito e attraversa l’esofago, un condotto muscolare che lo spinge verso lo stomaco. Qui inizia la vera e propria avventura.

Lo stomaco, un organo a forma di sacco, non è solo un semplice contenitore. Al suo interno, il cibo viene rimescolato e sminuzzato ulteriormente grazie alle contrazioni muscolari e all’azione dei succhi gastrici, un potente mix di enzimi e acido cloridrico. Questo processo di scomposizione chimica e meccanica può durare dalle 2 alle 7 ore, a seconda della quantità e della composizione del pasto.

Immaginiamo, ad esempio, un piatto di pasta al pomodoro. Nello stomaco, i carboidrati della pasta iniziano ad essere scissi, le proteine del pomodoro vengono denaturate e i grassi cominciano ad essere emulsionati. Un vero e proprio laboratorio chimico in azione!

Al termine del suo soggiorno nello stomaco, il cibo, trasformato in una massa semi-liquida chiamata chimo, è pronto per proseguire il suo viaggio. Attraverso una valvola muscolare chiamata piloro, il chimo viene rilasciato gradualmente nel duodeno, la prima sezione dell’intestino tenue.

Con i suoi sette metri di lunghezza, l’intestino tenue è il vero protagonista dell’assorbimento dei nutrienti. Suddiviso in duodeno, digiuno e ileo, questo lungo tubo ripiegato su se stesso è rivestito da milioni di minuscoli villi intestinali, che aumentano enormemente la superficie di assorbimento.

Nel duodeno, il chimo riceve l’apporto della bile, prodotta dal fegato e fondamentale per la digestione dei grassi, e del succo pancreatico, ricco di enzimi che completano la scissione di proteine, carboidrati e lipidi. Man mano che il chimo procede lungo il digiuno e l’ileo, i nutrienti vengono assorbiti attraverso i villi intestinali e passano nel flusso sanguigno, pronti per essere distribuiti a tutte le cellule del corpo.

Il viaggio del cibo non finisce qui, ma prosegue nell’intestino crasso, dove avviene l’assorbimento dell’acqua e la formazione delle feci. Ma questa è un’altra storia…