Che si mangia la Vigilia di Capodanno?

1 visite
Il cenone di San Silvestro prevede pietanze abbondanti e gustose, tradizionali e irrinunciabili: cotechino o zampone, lenticchie, e un ricco assortimento di altre leccornie per un’allegra e sostanziosa cena.
Commenti 0 mi piace

Oltre il Cottecino e le Lenticchie: Un Cenone di Capodanno Evoluto

Il Cenone di San Silvestro. Un’icona gastronomica, un rituale di fine anno che si tramanda di generazione in generazione, un appuntamento con sapori consolidati e tradizioni inossidabili. Cotechino o zampone, lenticchie, e il “ricco assortimento di altre leccornie” sono le parole d’ordine, una garanzia di abbondanza e di buon auspicio per l’anno nuovo. Ma al di là dei classici intramontabili, il cenone di Capodanno si presta a una rivisitazione, a un’evoluzione che ne arricchisce l’esperienza sensoriale senza snaturarne l’essenza.

La chiave sta nell’equilibrio: mantenere il cuore tradizionale, ma arricchirlo con spunti di originalità e creatività. Il cotechino, ad esempio, può essere proposto non solo nella versione classica bollita, ma anche in una gustosa terrina con castagne e mele, oppure sfilacciato e arricchito da un chutney di fichi e aceto balsamico per un contrasto dolce-acidulo. Le lenticchie, simbolo di prosperità, possono essere declinate in un’insalata tiepida con arance e finocchi, o trasformate in un cremoso purè aromatizzato al rosmarino, accompagnando un filetto di pesce al forno.

Ma il cenone non vive solo di piatti principali. L’antipasto, spesso trascurato, rappresenta un’opportunità per stupire i palati con piccole opere d’arte culinarie. Mini tartine con mousse di fegatini e fichi, crostini con crema di zucca e amaretti sbriciolati, o spiedini di gamberi con salsa al mango: un’esplosione di sapori che prepara il terreno per i piatti successivi. E che dire dei contorni? Oltre alle classiche patate al forno, si può pensare a un’insalata invernale con radicchio, noci e gorgonzola, o a un carpaccio di cavolfiore arrostito con olive taggiasche e pinoli.

Anche il dolce gioca un ruolo fondamentale. Il tradizionale pandoro o panettone possono essere affiancati da dessert più leggeri e raffinati, come una mousse al cioccolato fondente con lamponi freschi, o una crema catalana con un tocco di zenzero.

Infine, la scelta dei vini è essenziale. Un buon Lambrusco per accompagnare il cotechino, un Pinot Grigio per il pesce, e un passito per i dolci: un’accurata selezione di vini completa l’esperienza culinaria, elevandola a un livello superiore.

In conclusione, il cenone di Capodanno non è solo un pasto, ma un’esperienza sensoriale completa, un momento di convivialità e di condivisione. Rispettando la tradizione, ma aprendosi alla sperimentazione, è possibile creare un menu unico e indimenticabile, capace di celebrare al meglio l’arrivo del nuovo anno. L’importante è scegliere ingredienti di qualità, prestare attenzione alla presentazione dei piatti, e soprattutto, condividere il tutto con le persone a cui si vuole bene.