Che uva si usa per il Montepulciano?
Il Montepulciano dAbruzzo e il vino di Montepulciano, pur condividendo un nome simile, utilizzano uve diverse. Il primo impiega luva Montepulciano, mentre il secondo è prodotto con il Prugnolo Gentile, un clone del Sangiovese. La confusione tra le due è storica, ma ormai superata.
Il Mistero del Nome: Montepulciano d’Abruzzo e Vino Nobile di Montepulciano – Due Uve, Due Storie
Il nome “Montepulciano” suscita immagini di colline toscane, di vigneti baciati dal sole e di un vino di grande struttura e complessità. Ma dietro questa evocazione romantica si cela una sottile, e spesso ignorata, distinzione: il nome, infatti, identifica due vini profondamente diversi, nati da uve completamente differenti, sebbene storicamente legate da un’affascinante confusione.
Ci riferiamo al Montepulciano d’Abruzzo e al Vino Nobile di Montepulciano. La somiglianza nominale ha generato, per secoli, una miscela di equivoci e fraintendimenti, oggi fortunatamente in gran parte superati grazie a una maggiore consapevolezza enologica. Ma qual è la reale differenza, e soprattutto, quale uva si cela dietro a ciascun prestigioso vino?
La risposta è semplice, ma fondamentale per comprendere la ricchezza e la diversità del panorama vitivinicolo italiano. Il Montepulciano d’Abruzzo, DOC e DOCG, è prodotto esclusivamente con l’uva Montepulciano, un vitigno a bacca nera autoctono dell’Abruzzo, caratterizzato da una spiccata personalità e da un’incredibile versatilità. Dà origine a vini intensi, strutturati, con note fruttate e tannini ben integrati, capaci di evolvere splendidamente nel tempo. La sua robustezza lo rende ideale per accompagnare piatti importanti della tradizione abruzzese, ma anche per affrontare sfide gastronomiche più moderne e audaci.
Il Vino Nobile di Montepulciano, invece, DOCG della Toscana, si fregia dell’utilizzo del Prugnolo Gentile, un clone del Sangiovese, anch’esso vitigno a bacca nera. Questo dona al vino un profilo aromatico elegante e complesso, caratterizzato da note di ciliegia, viola e spezie, con un tannino fine e setoso. La sua struttura, sebbene meno massiccia rispetto al Montepulciano d’Abruzzo, gli conferisce una longevità notevole, e lo rende perfetto compagno di piatti altrettanto raffinati della cucina toscana.
La confusione tra i due vini, come anticipato, è frutto di una lunga storia. La similarità dei nomi ha contribuito a un’errata identificazione delle uve per lungo tempo, creando una sovrapposizione che solo negli ultimi decenni è stata definitivamente chiarita. Oggi, grazie a una maggiore conoscenza e a una più precisa regolamentazione, la distinzione è chiara e netta: due vini di grande pregio, entrambi rappresentativi della loro terra d’origine, ma con identità ben distinte e riconoscibili. Un invito quindi, a scoprire le sfumature uniche di entrambi, apprezzando la complessità e la ricchezza del panorama vitivinicolo italiano nella sua interezza.
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