Come si chiama la signora che fa le orecchiette a Bari Vecchia?
A Bari Vecchia, lattività di produzione casalinga di orecchiette di Nunzia Caputo è stata interrotta. La Polizia Annonaria ha disposto la chiusura del suo laboratorio, noto per la preparazione artigianale della pasta fresca tipica pugliese, a causa di irregolarità riscontrate.
La Fine di un’Era a Bari Vecchia: Cosa succede alle “Signore delle Orecchiette”?
Bari Vecchia, un labirinto di vicoli stretti e ciottoli lucidi, è un luogo dove il tempo sembra scorrere a un ritmo diverso. L’aria profuma di mare e di pomodoro fresco, e il suono ritmico delle mani che lavorano la pasta è una colonna sonora costante. Qui, tra un negozietto di souvenir e un’osteria, si celano le “Signore delle Orecchiette”, figure emblematiche che incarnano l’anima culinaria della città. Ma cosa succede quando questo patrimonio immateriale viene messo in discussione?
La recente chiusura del laboratorio di Nunzia Caputo da parte della Polizia Annonaria ha scosso la comunità. Nunzia, una di quelle figure leggendarie che per anni ha sfornato orecchiette fresche con una maestria tramandata di generazione in generazione, si è vista costretta a fermare la sua attività a causa di irregolarità riscontrate. La notizia ha destato scalpore, sollevando interrogativi sulla sostenibilità di queste attività artigianali e sulla loro compatibilità con le normative vigenti.
Le “Signore delle Orecchiette” non sono semplicemente produttrici di pasta; sono custodi di un’antica tradizione, ambasciatrici del gusto autentico. Le loro mani, segnate dal tempo e dal lavoro, modellano la pasta con una velocità e una precisione sorprendenti, trasformando semplici ingredienti in un’opera d’arte culinaria. Osservarle all’opera è un’esperienza immersiva nella cultura barese, un viaggio indietro nel tempo alla scoperta di sapori genuini e di un savoir-faire unico.
La chiusura del laboratorio di Nunzia Caputo non è solo la perdita di un luogo dove acquistare orecchiette fresche, ma la potenziale erosione di un’identità culturale. Il rischio è che la standardizzazione e l’industrializzazione prendano il sopravvento, relegando queste figure emblematiche a un ricordo nostalgico.
La domanda che sorge spontanea è: come tutelare e valorizzare queste attività artigianali, garantendo al contempo il rispetto delle normative igienico-sanitarie? Serve un approccio equilibrato, che tenga conto delle peculiarità di queste produzioni su piccola scala e che offra loro il supporto necessario per adeguarsi agli standard senza snaturare la loro essenza.
È fondamentale trovare un compromesso che permetta alle “Signore delle Orecchiette” di continuare a tramandare il loro sapere, preservando la ricchezza culturale di Bari Vecchia e offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e indimenticabile. Perché, in fondo, la vera anima di Bari risiede proprio in quelle mani che impastano, modellano e profumano i vicoli di storia e di tradizione. Il futuro delle orecchiette, e delle sue custodi, è una questione che riguarda l’intera comunità barese.
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