Il Sangiovese è un vino dolce?

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Il Sangiovese, noto per la sua struttura robusta e tannini vellutati con una piacevole morbidezza zuccherina, offre una notevole persistenza gustativa e si presta ottimamente allinvecchiamento. In Toscana, si distingue in diverse varianti, tra cui il Sangiovese Piccolo, largamente coltivato in tutta la regione, e il Montepulciano.

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Il Sangiovese: un’equilibrata sinfonia tra robustezza e morbidezza, ma non dolcezza.

Il Sangiovese, vitigno principe della Toscana e anima di vini celebri come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, viene spesso descritto con termini che evocano una certa morbidezza, alimentando talvolta l’erronea percezione di un vino dolce. È importante chiarire che, pur presentando una piacevole rotondità al palato, il Sangiovese non rientra nella categoria dei vini dolci.

La confusione potrebbe derivare dalla sua caratteristica “morbidezza zuccherina”. Questo termine, però, non si riferisce ad una dolcezza residua percepibile, bensì ad una sensazione tattile, una sorta di avvolgenza che bilancia la struttura tannica, tipicamente robusta e vellutata. I tannini, responsabili di quella sensazione di astringenza che “asciuga” la bocca, nel Sangiovese sono ben integrati e maturano armoniosamente, contribuendo a quella piacevole sensazione di rotondità che può essere erroneamente interpretata come dolcezza. In realtà, i livelli di zucchero residuo nel Sangiovese sono generalmente bassi, tipici di un vino secco.

La sua persistenza gustativa, lunga ed articolata, contribuisce ulteriormente a questa percezione di complessità e completezza, lasciando al palato un ricordo ricco e sfaccettato. Questa caratteristica, unita alla sua struttura, rende il Sangiovese un vino particolarmente adatto all’invecchiamento, processo che ne affina ulteriormente i tannini e ne esalta le note aromatiche.

In Toscana, culla di questo nobile vitigno, troviamo diverse varianti, ognuna con le proprie peculiarità. Il Sangiovese Piccolo, conosciuto anche come Prugnolo Gentile nel territorio di Montepulciano, è la varietà più diffusa nella regione e rappresenta la base di molti dei più prestigiosi vini toscani. È importante sottolineare che il Montepulciano, a cui si fa riferimento nel testo introduttivo, è un’area geografica e non una variante del Sangiovese. Il Vino Nobile di Montepulciano, infatti, è prodotto principalmente con il Prugnolo Gentile, ovvero il Sangiovese Piccolo. Questa distinzione è fondamentale per evitare confusioni e apprezzare appieno la ricchezza e la complessità del panorama vitivinicolo toscano.

In conclusione, il Sangiovese è un vino secco, caratterizzato da una struttura tannica importante, bilanciata da una piacevole morbidezza e da una notevole persistenza gustativa. Lontano dall’essere dolce, offre un’esperienza sensoriale complessa ed elegante, espressione del terroir toscano e della maestria dei suoi produttori.