Quando si ossida il vino?

4 visite

Lossidazione del vino avviene quando entra in contatto con laria. I gas atmosferici, come ossigeno, azoto e anidride carbonica, si dissolvono nel liquido. Questa esposizione può alterare le caratteristiche del vino, modificandone sapore, colore e aroma nel tempo.

Commenti 0 mi piace

L’Ossidazione del Vino: Un Nemico Silenzioso e Inevitabile

L’ossidazione è un processo chimico subdolo e inesorabile che accompagna la vita del vino, sin dal momento della pigiatura fino all’ultimo sorso. Pur essendo una reazione naturale e, in certi casi, persino desiderabile per l’evoluzione del vino, l’ossidazione incontrollata rappresenta un rischio concreto, capace di comprometterne irrimediabilmente le qualità organolettiche. Comprendere le dinamiche di questo processo è fondamentale per vinificare, conservare e degustare al meglio questo prezioso nettare.

L’Aria: Porta d’Ingresso per l’Ossidazione

Il punto di partenza dell’ossidazione è l’esposizione del vino all’aria, una miscela di gas composta principalmente da ossigeno, azoto e anidride carbonica. Mentre l’azoto è perlopiù inerte, l’ossigeno è il principale responsabile delle trasformazioni chimiche che caratterizzano l’ossidazione. Anche l’anidride carbonica, pur non contribuendo direttamente all’ossidazione, gioca un ruolo nel determinare la solubilità dell’ossigeno nel vino, influenzando indirettamente il processo.

L’ossigeno, una volta dissolto nel vino, innesca una serie di reazioni complesse. Inizialmente, attacca i composti fenolici presenti, responsabili del colore, della struttura e del potenziale antiossidante del vino. Questo attacco porta alla formazione di chinoni, composti chimici instabili che reagiscono ulteriormente, formando polimeri e altre molecole che alterano le proprietà organolettiche del vino.

Segnali di un’Ossidazione Non Desiderata

Gli effetti dell’ossidazione possono manifestarsi in diversi modi, sia visivamente che al palato:

  • Cambiamento di Colore: Nei vini bianchi, l’ossidazione si traduce in un’intensificazione del colore, che vira verso tonalità ambrate o dorate. Nei vini rossi, si osserva una perdita di intensità del colore, con tendenza al mattone o al marrone.
  • Modifica degli Aromi: L’ossidazione altera il profilo aromatico del vino, portando alla comparsa di note di frutta secca, sherry, caramello, acetaldeide (ricordando la mela cotogna o il sidro) e, in casi estremi, aceto. Gli aromi freschi e fruttati vengono progressivamente soppiantati da sentori più evoluti e talvolta sgradevoli.
  • Alterazione del Sapore: Il sapore del vino ossidato perde freschezza e vivacità. Si percepisce una sensazione di stanchezza, piattezza e, in alcuni casi, una marcata acidità acetica. La struttura tannica può risultare slegata e meno piacevole.

L’Ossidazione Controllata: Un’Arte Enologica

Nonostante le insidie, l’ossidazione può essere un alleato prezioso nelle mani di un enologo esperto. In determinate fasi della vinificazione, come la micro-ossigenazione in botte, l’esposizione controllata all’ossigeno contribuisce a stabilizzare il colore, ammorbidire i tannini e sviluppare aromi complessi e affascinanti. Questo processo richiede una conoscenza approfondita delle caratteristiche del vino e un monitoraggio costante per evitare derive indesiderate.

Strategie di Prevenzione

La chiave per preservare la qualità del vino risiede nella prevenzione dell’ossidazione. Diversi accorgimenti possono essere adottati durante le diverse fasi di produzione e conservazione:

  • Vinificazione: Utilizzo di tecniche che minimizzino il contatto con l’aria durante la pigiatura, la fermentazione e l’affinamento.
  • Conservazione: Stoccaggio delle bottiglie in posizione orizzontale, in un ambiente fresco, buio e con un’umidità adeguata.
  • Servizio: Utilizzo di cavatappi che non danneggino il tappo, travaso del vino in un decanter per favorire l’aerazione controllata, e consumo del vino in tempi brevi dopo l’apertura della bottiglia.

In conclusione, l’ossidazione è un processo inevitabile che può esaltare o rovinare un vino. La comprensione delle sue dinamiche e l’adozione di strategie adeguate permettono di preservare l’integrità e la complessità di questo nettare, garantendo un’esperienza di degustazione appagante e memorabile.