Quanto di acqua si mette nella farina di tipo 2?

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Per preparare limpasto con 600g di farina tipo 2, si usano inizialmente 330g di acqua, seguite da 70g per la lievitazione.

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Il Segreto dell’Idratazione: L’Acqua nella Farina Tipo 2

La preparazione di un impasto, soprattutto per prodotti lievitati come pane o pizza, è un’arte che richiede precisione e sensibilità. Un elemento cruciale, spesso sottovalutato, è la quantità di acqua utilizzata rispetto alla farina. In questo articolo, approfondiremo il tema dell’idratazione, concentrandoci specificamente sulla farina tipo 2 e svelando alcuni dettagli cruciali per ottenere risultati ottimali.

L’utilizzo di 600g di farina tipo 2, come esempio base, ci permette di illustrare un metodo efficace per raggiungere la giusta consistenza dell’impasto. La chiave sta nella suddivisione dell’acqua in due fasi: un’idratazione iniziale e una successiva, dedicata alla lievitazione.

Fase 1: L’Idratazione Iniziale (330g di acqua)

L’aggiunta iniziale di 330g di acqua a 600g di farina tipo 2 rappresenta circa il 55% di idratazione. Questo valore non è fisso e può variare leggermente a seconda di diversi fattori:

  • Tipo di farina: Anche all’interno della stessa tipologia (tipo 2), possono esserci leggere differenze di assorbimento dell’acqua a causa di fattori climatici durante la coltivazione del grano e del processo di macinazione.
  • Umidità ambientale: Un ambiente più umido richiederà potenzialmente una minore quantità di acqua.
  • Tecnica di impasto: Una lavorazione più energica può richiedere una minore quantità di acqua, mentre una lavorazione più delicata potrebbe necessitare di una quantità leggermente maggiore.

Questi 330g di acqua permettono di ottenere un impasto iniziale abbastanza consistente, ma ancora lavorabile. È fondamentale in questa fase ottenere un impasto omogeneo, senza grumi, incorporando gradualmente l’acqua alla farina. Si consiglia di utilizzare una planetaria o, in alternativa, di impastare a mano con energia e pazienza.

Fase 2: L’Idratazione per la Lievitazione (70g di acqua)

Dopo una prima fase di riposo (che varia a seconda del tipo di lievitazione utilizzata, diretta o indiretta), si procede con l’aggiunta di ulteriori 70g di acqua. Questa fase è cruciale per permettere all’impasto di raggiungere la giusta idratazione per la fase di lievitazione. L’aggiunta di acqua in questa fase non deve essere brusca, ma graduale, per evitare di compromettere la struttura dell’impasto.

L’obiettivo è ottenere un impasto morbido, elastico e leggermente appiccicoso, ma non liquido. La consistenza finale è un indicatore chiave del successo della procedura. Un impasto troppo asciutto risulterà duro e poco alveolato, mentre un impasto troppo umido risulterà appiccicoso e difficile da lavorare.

Conclusioni:

La quantità di acqua nella farina tipo 2, come abbiamo visto, non è un dato assoluto. Il metodo proposto, con la sua suddivisione in due fasi, offre un punto di partenza solido e flessibile, che può essere adattato in base all’esperienza e alle specifiche esigenze. L’osservazione attenta dell’impasto durante la lavorazione e la sperimentazione sono fondamentali per padroneggiare l’arte dell’idratazione e ottenere impasti perfetti, dal sapore e dalla consistenza eccezionali. Buon lavoro!