Quanto ricarico sul vino?

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I ricarichi sul vino nei locali variano dal 250% al 400% sul prezzo di costo della bottiglia, raggiungendo il 500% per i calici. Questa pratica, ormai diffusa e fuori controllo, gonfia notevolmente il prezzo finale.
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Il Calice d’Oro e l’Amaro del Ricarico: Un’Analisi sul Margine di Profitto del Vino nei Locali

Il piacere di un buon calice di vino, condiviso in compagnia o gustato in solitudine, è un’esperienza sensoriale ineguagliabile. Ma dietro l’eleganza del gesto, si cela un aspetto meno romantico, spesso nascosto tra i menu: il ricarico. Stiamo parlando di un margine di profitto che, nel settore della ristorazione, si spinge a livelli che, a detta di molti esperti, sfiorano la speculazione. Si parla infatti di ricarichi che vanno dal 250% al 400% sul prezzo di costo della bottiglia, con punte che raggiungono addirittura il 500% per il vino servito al calice.

Questa prassi, lungi dall’essere un’eccezione, si è ormai consolidata come regola, generando un’ampia disparità tra il prezzo d’acquisto e quello di vendita al pubblico. Un fenomeno che, se da un lato contribuisce a garantire la redditività delle attività, dall’altro alimenta un diffuso malcontento tra i consumatori, sempre più attenti al rapporto qualità-prezzo.

Ma cosa giustifica un ricarico così elevato? Certo, i costi di gestione di un locale – affitto, personale, utenze, ecc. – incidono in modo significativo sul prezzo finale. Tuttavia, un’analisi attenta lascia spazio a più di un dubbio. La differenza tra il prezzo di costo e quello di vendita, in molti casi, supera di gran lunga le spese di gestione ragionevolmente sostenibili. Questo genera un’asimmetria informativa a sfavore del consumatore, il quale difficilmente può conoscere con precisione il costo reale della bottiglia.

L’utilizzo del calice, poi, rappresenta un ulteriore fattore di amplificazione del ricarico. La praticità di un servizio a calici si paga cara, con incrementi percentuali che raggiungono livelli decisamente superiori a quelli praticati per le bottiglie intere. Questa discrepanza solleva interrogativi sulla reale convenienza del servizio al calice, soprattutto considerando la spesso discutibile gestione della conservazione e della qualità del vino così servito.

La trasparenza, in questo contesto, diventa un elemento fondamentale. Un locale che comunica apertamente la sua politica di ricarico, offrendo al cliente la possibilità di valutare consapevolmente il prezzo in relazione alla qualità del prodotto e del servizio, potrebbe guadagnare in credibilità e fidelizzazione. La strada da percorrere, dunque, è quella di un maggiore equilibrio tra la necessità di profitto e il rispetto del consumatore. Un approccio che privilegi la qualità del servizio e l’onestà commerciale, piuttosto che la massimizzazione del profitto a scapito del cliente. Solo così il calice d’oro potrà davvero brindare a un futuro più equo e sostenibile per il mondo del vino.