Quanto si guadagna con un catering?

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Il profitto di unattività di catering varia, ma un margine lordo tra il 30% e il 50% è comune. Con un fatturato mensile di €15.000, ad esempio, il guadagno lordo potrebbe oscillare tra €4.500 e €7.500. I costi operativi, però, incidono sul profitto netto finale.

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Il dolce e amaro del catering: un’analisi dei profitti

Il settore del catering, apparentemente scintillante e ricco di profumi invitanti, cela una realtà economica complessa e sfaccettata. L’immagine romantica del cuoco che crea esperienze culinarie indimenticabili si scontra con la dura realtà della gestione di un’impresa, dove i profitti, pur potenzialmente elevati, dipendono da numerosi fattori. Quanti soldi si guadagnano davvero con un’attività di catering? La risposta, come vedremo, non è un semplice numero.

Un’indicazione comune nel settore indica un margine lordo che oscilla tra il 30% e il 50% del fatturato. Questa forbice, apparentemente ampia, riflette la varietà di situazioni che caratterizzano il mondo del catering. Un’azienda che si concentra su eventi di lusso, con menù elaborati e servizio impeccabile, può facilmente raggiungere la fascia alta di questo intervallo, mentre un’attività focalizzata su eventi più semplici e con un volume di lavoro maggiore potrebbe attestarsi sulla soglia inferiore.

Prendiamo ad esempio un’azienda con un fatturato mensile di €15.000. In base al margine lordo, il guadagno lordo mensile potrebbe variare da un minimo di €4.500 (30% di margine) a un massimo di €7.500 (50% di margine). Queste cifre, però, rappresentano solo una parte della storia. Dedurre che questa sia la reale redditività dell’attività sarebbe un errore grossolano.

Infatti, per calcolare il profitto netto, è fondamentale considerare i costi operativi, che possono incidere in modo significativo sul risultato finale. Tra questi, spiccano:

  • Costi del personale: stipendi, contributi previdenziali e formazione del personale di cucina e sala. Questo è uno dei costi più significativi, soprattutto in presenza di eventi che richiedono un elevato numero di addetti.
  • Costi delle materie prime: la qualità degli ingredienti influenza direttamente i margini di profitto. L’utilizzo di prodotti di alta gamma, pur garantendo un elevato standard qualitativo, comporta costi maggiori.
  • Costi logistici: trasporto, attrezzature, allestimento e pulizia dei luoghi dell’evento. Questi costi possono variare notevolmente a seconda della complessità dell’evento e della sua location.
  • Costi di marketing e amministrazione: pubblicità, gestione amministrativa, contabilità e spese generali.
  • Ammontamenti e ammortamenti: riguardanti attrezzature e mezzi di trasporto.

Solo sottraendo l’insieme di questi costi operativi dal guadagno lordo si ottiene il profitto netto reale dell’attività di catering. Questo valore può essere sensibilmente inferiore al guadagno lordo, e può addirittura portare a perdite in periodi di bassa stagione o con una gestione non ottimale.

In conclusione, affermare con precisione quanto si guadagna con un’attività di catering è impossibile senza un’analisi dettagliata della struttura dei costi di ogni singola impresa. Il margine lordo rappresenta un indicatore utile, ma è solo un punto di partenza per comprendere la reale redditività di un’attività che, se gestita con competenza e professionalità, può garantire ottimi guadagni, ma che richiede una pianificazione accurata e una costante attenzione alla gestione dei costi.