Come si decide il canone concordato?

0 visite

Inquilini e proprietari, tramite le rispettive associazioni, stabiliscono il canone concordato con un Accordo Locale. Questo definisce fasce di prezzo in base alla zona urbana e alle caratteristiche dellimmobile, aggiornate periodicamente.

Commenti 0 mi piace

Il Canone Concordato: Un Equilibrio Dinamico tra Inquilini e Proprietari

Il canone concordato rappresenta un’alternativa sempre più popolare al tradizionale canone libero nel mercato degli affitti italiano. Ma come si arriva a determinare questa cifra, frutto di un compromesso tra le esigenze di inquilini e proprietari? La risposta risiede in un meccanismo di concertazione che vede le associazioni di categoria come protagonisti attivi e nella definizione di parametri oggettivi e aggiornati.

Lungi dall’essere un prezzo imposto unilateralmente, il canone concordato emerge da un Accordo Locale, stipulato tra le organizzazioni rappresentative degli inquilini (ad esempio, SUNIA, SICET, UNIAT) e quelle dei proprietari (come Confedilizia). Questo accordo, che ha validità a livello comunale o di aree omogenee all’interno di un comune, rappresenta il pilastro su cui si fonda la determinazione del canone.

Il fulcro dell’Accordo Locale è la definizione di fasce di prezzo, calibrate in base a due fattori chiave:

  • La zona urbana: La posizione dell’immobile all’interno della città gioca un ruolo determinante. Quartieri centrali e ben serviti, o zone residenziali particolarmente pregiate, avranno fasce di prezzo più alte rispetto a zone periferiche o meno richieste. L’Accordo Locale, quindi, suddivide il territorio in aree omogenee, definendo per ciascuna un intervallo di valori di riferimento.
  • Le caratteristiche dell’immobile: Non solo la posizione, ma anche le qualità intrinseche dell’abitazione influenzano il canone. Metratura, stato di conservazione, dotazioni (ad esempio, presenza di ascensore, riscaldamento autonomo, balconi), classe energetica e qualità delle finiture sono tutti elementi presi in considerazione. L’Accordo Locale definisce quindi un sistema di punteggi o coefficienti correttivi che tengono conto di queste variabili, permettendo di modulare il canone all’interno della fascia di prezzo di riferimento.

Un aspetto fondamentale del canone concordato è la sua periodica revisione. Gli Accordi Locali non sono statici, ma vengono aggiornati periodicamente per riflettere le mutate condizioni del mercato immobiliare, l’andamento dell’inflazione e le evoluzioni del contesto socio-economico. Questa flessibilità garantisce che il canone concordato rimanga un indicatore realistico e aderente alla situazione contingente, evitando distorsioni e squilibri tra domanda e offerta.

In definitiva, il canone concordato non è semplicemente un prezzo calmierato, ma un processo partecipativo che mira a bilanciare gli interessi legittimi di inquilini e proprietari. Attraverso gli Accordi Locali, le associazioni di categoria contribuiscono a definire un quadro di riferimento trasparente e oggettivo, favorendo la stabilità del mercato degli affitti e la creazione di rapporti contrattuali più equi e duraturi. La periodica revisione degli Accordi Locali assicura che questo equilibrio dinamico venga mantenuto nel tempo, adattandosi alle mutevoli esigenze della società.