Come si chiamano le persone bugiarde?

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Chi mente ripetutamente, a volte costruendo vere e proprie realtà alternative, viene definito mitomane. Il mitomane non solo inventa storie, ma cerca attivamente di farle credere agli altri, imponendo la sua visione distorta come se fosse la verità.

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Lo Specchio Infranto: Quando la Menzogna Diventa Mitomania

Definire una persona bugiarda non è sempre semplice come etichettarla con un unico termine. La menzogna, in fondo, è un atto proteiforme, capace di assumere mille forme e motivazioni diverse. Ci sono le piccole bugie bianche, dette per evitare imbarazzi o proteggere i sentimenti altrui, e ci sono le bugie più spudorate, architettate per ottenere vantaggi personali o manipolare gli altri. Ma quando la menzogna diventa un’abitudine radicata, una vera e propria modalità di interazione con il mondo, allora entriamo nel territorio della mitomania.

Chi mente occasionalmente è semplicemente questo: un bugiardo. Magari incline a esagerare i propri successi, a omettere dettagli scomodi o a raccontare una piccola falsità per cavarsi d’impaccio. Ma il mitomane, invece, va oltre. Non si limita a piegare la realtà, la distorce attivamente, costruendo un vero e proprio castello di menzogne che spesso finisce per abitare.

La mitomania non è soltanto un’abilità nel mentire; è un’esigenza compulsiva di creare narrazioni alternative, una dipendenza dalla finzione. Il mitomane non solo inventa storie elaborate, ma le vive intensamente, persuadendosi spesso della loro veridicità. Non si tratta semplicemente di “raccontare balle”, ma di costruire una realtà parallela, completa di dettagli, personaggi e colpi di scena.

Il mitomane è un abile tessitore di trame, un narratore che non si accontenta di raccontare storie, ma le interpreta, le mette in scena, le impone come verità inconfutabile. Spesso, queste storie riguardano successi straordinari, avventure mirabolanti, connessioni con figure importanti o esperienze traumatiche inventate di sana pianta. Il fine ultimo è quello di ottenere ammirazione, attenzione, compassione o, semplicemente, un senso di importanza che la realtà non gli concede.

A differenza del bugiardo occasionale, che agisce con un preciso scopo in mente, il mitomane spesso mente in modo impulsivo e irrazionale, anche quando non c’è un evidente tornaconto personale. La menzogna diventa un automatismo, un riflesso condizionato, quasi una seconda pelle.

Ma cosa spinge una persona a diventare mitomane? Le cause sono complesse e spesso radicate in traumi infantili, bassa autostima, disturbi della personalità o un profondo senso di inadeguatezza. La mitomania, in questo senso, può essere vista come un meccanismo di difesa, un tentativo disperato di compensare una realtà percepita come insoddisfacente e dolorosa.

Il problema è che la tela di menzogne tessuta dal mitomane, per quanto elaborata, è destinata a sfilacciarsi. Prima o poi, le incongruenze emergono, le contraddizioni si accumulano e la verità, inevitabilmente, viene a galla. E quando il castello di carte crolla, il mitomane si ritrova a dover affrontare non solo le conseguenze delle sue menzogne, ma anche la profonda crisi esistenziale che le ha generate.

In definitiva, definire le persone bugiarde non è un esercizio di semplice etichettatura. La mitomania è un fenomeno complesso e multifattoriale che va analizzato e compreso nella sua interezza, tenendo conto delle motivazioni profonde e spesso inconsce che spingono una persona a rifugiarsi in un mondo di menzogne. Solo così si potrà affrontare il problema in modo efficace e offrire un aiuto concreto a chi ne soffre.