Perché si dice la mamma ha fatto gli gnocchi?

7 visite
Lespressione mamma ha fatto gli gnocchi alludeva, in un contesto romano maschilista, allunica attività ritenuta redditizia per le donne: la prostituzione. Fare gli gnocchi, quindi, era un eufemismo per indicare il guadagno ottenuto da questa attività, usato per offendere o provocare.
Commenti 0 mi piace

“Mamma ha fatto gli gnocchi”: Un’espressione eloquente dell’antico sessismo romano

Nel ricco arazzo dell’espressività linguistica, alcune frasi diventano simboli culturali, evocando epoche passate e riflettendo norme sociali un tempo prevalenti. Una di queste espressioni, frequente nell’uso colloquiale romano, è “mamma ha fatto gli gnocchi”. Mentre gli gnocchi sono oggi un gustoso piatto di pasta, il significato storico di questa locuzione è profondamente inquietante.

Nell’antico contesto romano, fortemente maschilista, l’unica attività considerata redditizia per le donne era la prostituzione. “Fare gli gnocchi” divenne quindi un eufemismo per riferirsi ai guadagni ottenuti da questa attività. Questa espressione era spesso usata per denigrare o provocare le donne che si sospettava si dedicassero alla prostituzione.

L’associazione tra gli gnocchi e la prostituzione non è casuale. Gli gnocchi, essendo morbidi e malleabili, erano considerati una metafora della presunta disponibilità delle donne. Di conseguenza, l’espressione “mamma ha fatto gli gnocchi” implicava che la madre della persona bersagliata avesse guadagnato denaro tramite la prostituzione.

Questa frase denigratoria rifletteva il profondo biasimo e il pregiudizio che le donne hanno storicamente dovuto subire. La prostituzione, considerata un’attività immorale e degradante, era spesso usata per screditare le donne e per negar loro il rispetto e la dignità.

Nel corso del tempo, l’espressione “mamma ha fatto gli gnocchi” ha perso parte del suo significato originale ed è ora usata più come un insulto generico piuttosto che come un’accusa specifica di prostituzione. Tuttavia, la sua persistente presenza nel linguaggio colloquiale serve come un crudo promemoria delle norme repressive e del sessismo prevalente che un tempo governavano la società romana.

Oggi, questa espressione è ampiamente considerata offensiva e deve essere ripudiata. È importante riconoscere e sfidare le radici sessiste di tale linguaggio per creare una società più equa e rispettosa. Le parole che usiamo hanno potere e dovremmo adoperarci per usare un linguaggio che promuova l’inclusione e il rispetto, non la denigrazione e i pregiudizi.