Cosa significa fare la mano?
Nel linguaggio ecclesiastico, fare la mano si riferisce allatto di molestare sessualmente qualcuno toccando di nascosto parti del corpo. Si configura come un abuso e una violazione della dignità della persona.
Oltre il Gesto: Decifrare il Significato Profondo di “Fare la Mano” nel Contesto Ecclesiastico
L’espressione “fare la mano”, apparentemente innocua nel linguaggio comune, assume una gravità inaudita quando contestualizzata nell’ambito ecclesiastico. Lontana da qualsiasi connotazione di saluto o di semplice contatto fisico, in questo specifico contesto rappresenta un atto di grave violenza, un abuso sessuale camuffato da gesto insignificante. Non si tratta di una semplice carezza inappropriata, ma di una violazione sistematica della dignità umana, un’aggressione che sfrutta la posizione di potere e la fiducia riposta nella figura religiosa.
Il “fare la mano” in questo senso assume la forma di palpeggiamenti nascosti, tocchi impropri e molestie sessuali perpetrate sfruttando la vicinanza fisica spesso intrinseca ai riti religiosi o alle relazioni pastorali. La segretezza, l’ambiguità del gesto e la posizione di autorità del colpevole creano un contesto particolarmente insidioso e traumatizzante per la vittima. La violazione non è solo fisica, ma colpisce profondamente la sfera psicologica ed emotiva, minando la fiducia nella figura religiosa e lasciando cicatrici profonde e durature.
La gravità di questo atto risiede nella sua natura subdola e nella difficoltà di denunciarlo. La vittima, spesso in una posizione di inferiorità o vulnerabilità, può sentirsi in colpa, vergogna o paura di essere non creduta o addirittura stigmatizzata. La cultura del silenzio che talvolta permea alcuni ambienti ecclesiastici contribuisce a proteggere gli aggressori e a impedire alle vittime di ottenere giustizia e riparazione.
Superare la reticenza e rompere questo silenzio è fondamentale. “Fare la mano” non è un semplice “atto innocente”, bensì un abuso di potere che distrugge la fiducia e trafigge il cuore stesso della fede. Riconoscere la gravità di questo crimine, promuovere la formazione adeguata degli operatori pastorali sulla prevenzione e sulla gestione di tali situazioni e garantire alle vittime percorsi di ascolto, supporto e giustizia sono passi imprescindibili per purificare l’ambiente ecclesiale e per restituire dignità a chi ha subito questo inaccettabile abuso. Solo attraverso una condanna netta e un impegno concreto per la protezione dei più vulnerabili, la Chiesa potrà riconquistare la fiducia delle sue comunità e dimostrare un autentico impegno nella lotta contro ogni forma di violenza.
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