Perché una persona diventa intollerante al lattosio?

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La carenza o insufficienza di lattasi impedisce la digestione del lattosio, causando intolleranza. Lentità dellintolleranza varia a seconda del grado di deficit enzimatico, manifestandosi con diverse intensità di sintomi.

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Il Mistero dell’Intolleranza al Lattosio: Quando il Latte Diventa un Nemico

L’intolleranza al lattosio, un disturbo sempre più diffuso, affligge un numero crescente di persone in tutto il mondo. Ma cosa si cela dietro questa reazione negativa al consumo di latte e derivati? La risposta risiede in un enzima fondamentale: la lattasi.

La lattasi, prodotta nell’intestino tenue, ha il compito cruciale di scindere il lattosio, lo zucchero complesso presente nel latte, in due zuccheri più semplici: glucosio e galattosio. Questi ultimi vengono poi facilmente assorbiti dall’organismo, fornendo energia. Quando la lattasi è carente o insufficiente, il lattosio non viene digerito correttamente e si accumula nell’intestino.

Questo accumulo scatena una serie di eventi che portano ai fastidiosi sintomi dell’intolleranza. Il lattosio non digerito funge da nutrimento per i batteri presenti nell’intestino, che lo fermentano producendo gas come idrogeno, anidride carbonica e metano. Questa fermentazione è responsabile del gonfiore addominale, dei crampi, dei borborigmi (rumori intestinali) e, in alcuni casi, della diarrea. Inoltre, il lattosio attira acqua nell’intestino, contribuendo ulteriormente alla diarrea.

Ma perché si verifica la carenza di lattasi?

Esistono diverse cause che possono portare all’intolleranza al lattosio:

  • Intolleranza primaria al lattosio: Questa è la forma più comune. Si sviluppa gradualmente con l’età, in quanto la produzione di lattasi diminuisce naturalmente dopo l’infanzia. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo in questo tipo di intolleranza. Alcune popolazioni, come quelle asiatiche, africane e sudamericane, sono più soggette a questa forma a causa della loro storia evolutiva.
  • Intolleranza secondaria al lattosio: Questa forma è causata da una condizione medica sottostante che danneggia l’intestino tenue e, di conseguenza, riduce la produzione di lattasi. Tra le cause più comuni troviamo infezioni intestinali (come gastroenteriti virali o batteriche), celiachia non diagnosticata o mal trattata, morbo di Crohn, colite ulcerosa e interventi chirurgici all’intestino. In questi casi, la capacità di digerire il lattosio può migliorare una volta che la condizione di base viene curata.
  • Intolleranza congenita al lattosio: Questa è una forma rara e geneticamente determinata in cui il neonato nasce senza la capacità di produrre lattasi. Richiede un’alimentazione priva di lattosio fin dalla nascita per prevenire gravi problemi di salute.
  • Intolleranza da sviluppo: Questa forma si verifica nei neonati prematuri, i cui intestini non sono ancora completamente sviluppati e non producono sufficiente lattasi. Di solito è temporanea e si risolve con la crescita del bambino.

L’Intensità dei Sintomi:

È importante sottolineare che l’intolleranza al lattosio non è una condizione “tutto o niente”. La tolleranza al lattosio varia notevolmente da individuo a individuo. Alcune persone possono consumare piccole quantità di lattosio senza problemi, mentre altre possono sperimentare sintomi anche con quantità minime. Questa variazione dipende principalmente dal grado di deficit enzimatico, ovvero dalla quantità di lattasi ancora prodotta dall’intestino tenue.

Inoltre, la sensibilità al lattosio può essere influenzata da altri fattori, come la composizione del pasto, la velocità di svuotamento gastrico e la sensibilità individuale all’infiammazione intestinale.

Conclusione:

L’intolleranza al lattosio è un disturbo complesso con diverse cause e gradi di severità. Comprendere i meccanismi alla base di questa condizione, dalla carenza di lattasi alla fermentazione intestinale, è fondamentale per gestirla efficacemente e migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Se si sospetta di essere intolleranti al lattosio, è consigliabile consultare un medico o un nutrizionista per una diagnosi accurata e per elaborare un piano alimentare personalizzato. Un approccio informato e proattivo può fare la differenza nel controllo dei sintomi e nel godimento di una dieta equilibrata.