Quante radiazioni si prendono con un viaggio in aereo?

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I voli a lungo raggio espongono i passeggeri a radiazioni cosmiche. Un volo transatlantico di otto ore, ad esempio, fornisce una dose di circa 0,03 millisievert, poco più di una radiografia toracica. Questa esposizione, pur minima, è cumulativa per i frequent flyer.

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Oltre le Nuvole: Il Bagaglio Invisibile delle Radiazioni Cosmiche

I viaggi aerei, sinonimo di avventura e scoperta, nascondono un aspetto meno noto, ma non per questo meno importante: l’esposizione alle radiazioni cosmiche. Mentre ci godiamo il panorama dall’oblò, a migliaia di metri di altezza, siamo, in effetti, immersi in un flusso invisibile di particelle ad alta energia provenienti dallo spazio. Sebbene la quantità sia generalmente minima, la sua rilevanza, soprattutto per i viaggiatori frequenti, merita una riflessione.

Un volo transatlantico di otto ore, un classico esempio di viaggio a lungo raggio, espone i passeggeri a una dose di radiazione stimata intorno a 0,03 millisievert (mSv). Per dare un’idea di grandezza, questa quantità è paragonabile a quella ricevuta durante una singola radiografia toracica. Un dato apparentemente irrilevante, che però assume una prospettiva differente considerando la frequenza dei viaggi.

Per i cosiddetti “frequent flyer”, pilota, assistenti di volo e viaggiatori che percorrono migliaia di chilometri in aria ogni anno, questa esposizione cumulativa diventa un fattore da considerare. L’effetto non è immediato né drammatico, ma si somma nel tempo, incrementando la dose totale di radiazioni ricevuta. Se, infatti, una singola radiografia non rappresenta un pericolo significativo, centinaia di radiografie equivalenti, accumulate nel corso di anni di voli, potrebbero avere un impatto sulla salute a lungo termine, seppur con un livello di rischio ancora oggetto di studio e dibattito scientifico.

È importante sottolineare che la dose di radiazione ricevuta durante un volo varia in base a diversi fattori: l’altitudine del volo, la durata del viaggio, la latitudine (i voli polari sono più esposti) e l’attività solare. L’intensità delle radiazioni cosmiche, infatti, non è costante, ma fluttua in base all’attività del Sole.

Le compagnie aeree e le autorità aeronautiche internazionali sono consapevoli di questa problematica e monitorano costantemente i livelli di radiazione. Ad oggi, tuttavia, non esistono linee guida specifiche e restrittive per i passeggeri, in quanto i rischi connessi all’esposizione alle radiazioni durante i voli commerciali sono considerati relativamente bassi rispetto ad altri fattori di rischio ambientale.

In conclusione, l’esposizione alle radiazioni cosmiche durante i viaggi aerei è un aspetto da tenere presente, soprattutto per i viaggiatori abituali. Sebbene il rischio sia generalmente basso, la consapevolezza del fenomeno e la comprensione dei fattori che lo influenzano contribuiscono a una visione più completa e informata del viaggio aereo, permettendo di valutare i benefici e i potenziali rischi con maggiore consapevolezza. Ulteriori ricerche e studi saranno comunque cruciali per una valutazione ancora più precisa e dettagliata del fenomeno a lungo termine.