Quante sono troppe proteine?

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Un eccessivo apporto proteico, superiore a 2g/kg di peso corporeo (es. oltre 140g per una persona di 70kg), può sovraccaricare i reni, causare disidratazione e problemi digestivi come stipsi o diarrea. A lungo termine, un consumo eccessivo potrebbe aumentare il rischio di malattie croniche.

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Quando le proteine diventano un problema: il limite tra benessere e rischio

Le proteine sono i mattoni del nostro corpo. Essenziali per la crescita, la riparazione dei tessuti, la produzione di enzimi e ormoni, sembrano essere la panacea per chiunque voglia migliorare la propria forma fisica o semplicemente mantenersi in salute. Ma, come per ogni nutriente, anche con le proteine vale la regola d’oro: in medio stat virtus. La domanda sorge spontanea: quante sono troppe proteine?

Mentre le diete iperproteiche sono diventate sempre più popolari, soprattutto tra gli atleti e chi cerca di perdere peso, è fondamentale comprendere che superare determinate soglie può avere conseguenze negative per la nostra salute. La quantità raccomandata varia a seconda dell’età, del livello di attività fisica e dello stato di salute generale, ma in linea di massima, si considera un eccessivo apporto proteico quello superiore a 2 grammi per chilogrammo di peso corporeo. Tradotto in termini pratici, una persona di 70 kg che consuma regolarmente più di 140 grammi di proteine al giorno, potrebbe trovarsi a superare il limite consigliato.

Il problema principale di un eccesso di proteine risiede nello stress a cui vengono sottoposti i reni. Questi organi vitali, responsabili della filtrazione del sangue e dell’eliminazione delle scorie metaboliche, devono lavorare di più per processare l’eccesso di azoto derivante dalla metabolizzazione delle proteine. A lungo andare, questo sovraccarico può compromettere la funzionalità renale, soprattutto in soggetti predisposti o con patologie preesistenti.

Un altro effetto collaterale comune è la disidratazione. Il processo di metabolizzazione delle proteine richiede una maggiore quantità di acqua, e se non viene reintegrata adeguatamente, si può incorrere in uno stato di disidratazione cronica, con conseguenze negative su energia, concentrazione e perfino sulla funzionalità cardiovascolare.

Anche l’apparato digerente può risentirne. Un eccesso di proteine, spesso combinato con una carenza di fibre (presenti in frutta, verdura e cereali integrali, alimenti che tendono ad essere trascurati nelle diete iperproteiche), può portare a disturbi come stipsi o, al contrario, diarrea. L’equilibrio della flora intestinale, fondamentale per la salute generale, può essere compromesso, favorendo lo sviluppo di batteri dannosi.

Ma le conseguenze a lungo termine di un consumo eccessivo di proteine potrebbero essere ancora più serie. Studi scientifici suggeriscono una possibile correlazione tra diete iperproteiche protratte nel tempo e un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche, come osteoporosi, alcune forme di cancro e malattie cardiovascolari. Questo non significa che le proteine siano nocive, ma sottolinea l’importanza di un approccio equilibrato e consapevole all’alimentazione.

In conclusione, le proteine sono essenziali, ma la moderazione è la chiave. Invece di concentrarsi esclusivamente sull’apporto proteico, è cruciale considerare la qualità delle fonti proteiche (privilegiando carni magre, pesce, legumi e uova) e l’equilibrio complessivo della dieta, assicurandosi un adeguato apporto di carboidrati complessi, grassi sani, vitamine e minerali. In caso di dubbi o per esigenze specifiche, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista qualificato, in grado di fornire un piano alimentare personalizzato e sicuro. Ricordiamo che l’obiettivo non è massimizzare l’apporto di un singolo nutriente, ma ottimizzare la nostra salute e il nostro benessere a lungo termine.