Cosa succede al corpo quando sei in aereo?

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Durante i voli, la maggior parte delle persone sperimenta lievi disturbi passeggeri: lieve capogiro, stanchezza e cefalea. Al termine del viaggio, un senso di malessere diffuso è frequente, ma di solito scompare rapidamente.

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Il corpo in volo: un viaggio tra pressione, disidratazione e strani effetti

Il rombo dei motori, la vista delle nuvole che si stendono sotto, la promessa di una nuova destinazione: il viaggio aereo è un’esperienza emozionante, ma il nostro corpo, a volte silenziosamente, subisce una serie di modifiche significative durante le ore di volo. Se la maggior parte dei passeggeri sperimenta solo fastidi lievi e transitori, come un leggero capogiro, stanchezza e cefalea, comprendere i meccanismi alla base di queste sensazioni ci permette di affrontare il viaggio con maggiore consapevolezza e, possibilmente, di mitigarne gli effetti.

La principale responsabile di questi disagi è l’altitudine. A 10.000 metri, la pressione atmosferica è significativamente inferiore rispetto al livello del mare. Questa riduzione di pressione incide sulla quantità di ossigeno disponibile nel sangue, potenzialmente causando una lieve ipossia. Il corpo reagisce cercando di compensare, aumentando la frequenza cardiaca e respiratoria. Questo sforzo, sebbene di solito impercettibile per individui sani, può contribuire alla sensazione di stanchezza e alla leggera cefalea che molti avvertono durante e dopo il volo.

Oltre alla pressione, la cabina pressurizzata, pur mitigando gli effetti dell’altitudine, non ricrea perfettamente le condizioni a livello del mare. L’aria secca, tipica dell’ambiente degli aerei, contribuisce alla disidratazione. La ridotta umidità fa sì che il corpo perda liquidi più rapidamente, peggiorando la sensazione di stanchezza e predisponendo a mal di testa e secchezza delle mucose. L’aria ricircolata, inoltre, può contenere una maggiore concentrazione di agenti inquinanti, contribuendo a irritazioni delle vie respiratorie in individui sensibili.

Un altro fattore da considerare è la sedentarietà prolungata. La mancanza di movimento, tipica dei viaggi aerei, può causare gonfiore alle gambe e alle caviglie a causa della ridotta circolazione sanguigna. Questo effetto, sebbene generalmente temporaneo, è accentuato dalla pressione ridotta che facilita il ristagno di liquidi.

Infine, la disregolazione del ritmo circadiano, causata dal cambio di fuso orario, può contribuire al senso di malessere diffuso avvertito dopo l’atterraggio. Jet lag e stanchezza sono spesso correlati e possono persistere per alcuni giorni, richiedendo un adeguato periodo di riposo per il recupero.

In conclusione, sebbene il volo sia un evento relativamente breve nella nostra vita, il suo impatto sul corpo non va sottovalutato. Una corretta idratazione prima, durante e dopo il volo, una leggera attività fisica durante il viaggio e l’attenzione alla gestione del jet lag possono contribuire a mitigare gli effetti negativi e rendere l’esperienza di viaggio più confortevole e rigenerante. La comprensione dei meccanismi fisiologici coinvolti ci permette di affrontare il viaggio in aereo con una maggiore consapevolezza e preparazione.