Perché diventiamo intolleranti al latte?

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La carenza di lattasi, enzima che digerisce il lattosio, causa lintolleranza al latte. Questa può essere ereditaria, con insufficiente produzione di lattasi fin dalla nascita, oppure svilupparsi in seguito, manifestandosi con sintomi digestivi dopo lassunzione di latticini.

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L’enigma del latte: perché per alcuni è un piacere, per altri una sofferenza?

Il latte, simbolo di nutrimento e fonte di calcio, rappresenta per molti un alimento irrinunciabile. Eppure, per una percentuale significativa della popolazione mondiale, il semplice sorso di latte o la consumazione di derivati lattiero-caseari si traduce in una spiacevole esperienza, caratterizzata da gonfiore, crampi addominali, diarrea e flatulenza. La causa di questa intolleranza, spesso fonte di frustrazione e limitazioni alimentari, risiede nella carenza di un enzima fondamentale: la lattasi.

La lattasi è una proteina prodotta dalle cellule che rivestono l’intestino tenue. Il suo compito è quello di scomporre il lattosio, lo zucchero naturalmente presente nel latte, in due zuccheri più semplici: glucosio e galattosio. Questi ultimi vengono poi assorbiti dall’intestino e utilizzati dal corpo come fonte di energia. Nel caso di carenza di lattasi, il lattosio non viene digerito correttamente e raggiunge il colon inalterato. Qui, la flora batterica intestinale lo fermenta, producendo gas e acidi che causano i sintomi caratteristici dell’intolleranza.

È importante distinguere tra due tipologie di intolleranza al lattosio: quella congenita e quella acquisita. L’intolleranza congenita è una condizione rara, caratterizzata da una completa assenza di lattasi fin dalla nascita. I sintomi si manifestano fin dai primi mesi di vita, rendendo necessaria l’adozione di diete specifiche che escludano il lattosio.

La forma acquisita, invece, è molto più comune e si sviluppa nel corso della vita. In questo caso, la produzione di lattasi diminuisce gradualmente con l’età, raggiungendo livelli insufficienti per digerire quantità significative di lattosio. Questo processo è influenzato da diversi fattori, tra cui la genetica, ma anche l’alimentazione e malattie intestinali. Alcune popolazioni, in particolare quelle con una lunga tradizione di allevamento di bestiame, presentano una maggiore persistenza della lattasi nell’età adulta, mentre in altre la diminuzione della produzione enzimatica è più precoce e marcata.

La diagnosi di intolleranza al lattosio può essere effettuata attraverso test specifici, come il test del respiro all’idrogeno o test delle feci. Una volta accertata la diagnosi, la gestione dell’intolleranza prevede principalmente l’adozione di una dieta a basso contenuto di lattosio. Ciò non significa necessariamente eliminare completamente i latticini, ma piuttosto imparare a gestire il consumo, optando per prodotti a basso contenuto di lattosio, latti vegetali o assumendo integratori di lattasi.

In conclusione, l’intolleranza al lattosio non è una semplice “allergia al latte”, ma una condizione complessa legata alla capacità del nostro intestino di digerire il lattosio. Comprendere le cause e le diverse forme di intolleranza permette di affrontare questo problema con maggiore consapevolezza, migliorando la qualità di vita di chi ne soffre.