Come si chiama la pesca a fondo in mare?
Il rockfishing è una tecnica di pesca che può impiegare esche come la sardina, solitamente usata nel surfcasting per catturare pesci di mezzacqua. Con il rockfishing si possono insidiare prede come spigole e gronghi, sfruttando lattrattiva di esche comuni anche in altre discipline.
Oltre il Surfcasting: Esplorare il Mondo del Rockfishing
Il termine “pesca a fondo in mare” è ampio e racchiude diverse tecniche, tra cui una particolarmente affascinante e in crescente diffusione: il rockfishing. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il rockfishing non è semplicemente una variante del surfcasting, sebbene condivida con esso alcuni elementi. Mentre il surfcasting si concentra principalmente sulla pesca in acque poco profonde, lungo la battigia, sfruttando il moto ondoso per lanciare l’esca a grande distanza, il rockfishing si distingue per la sua focalizzazione su zone rocciose e strutture sottomarine più complesse, anche a profondità considerevoli.
La caratteristica principale del rockfishing risiede nell’approccio tattico e nella precisione richiesta. Si tratta di una pesca più “attiva”, che richiede una maggiore conoscenza del fondale e delle abitudini delle prede. L’esca, spesso una sardina o altre esche vive o artificiali di dimensioni contenute, viene presentata in prossimità di rocce, relitti, o altri punti di aggregazione ittica, spesso sfruttando tecniche di pesca a fondo con piombi più pesanti rispetto al surfcasting, garantendo una maggiore stabilità dell’esca anche in presenza di corrente.
Se il surfcasting punta a pescare in ampi spazi, il rockfishing privilegia la ricerca di prede in zone specifiche, concentrandosi su punti strategici individuati tramite ecoscandaglio, osservazione o conoscenza del terreno. Questa tecnica permette di insidiare specie diverse rispetto al surfcasting, spesso più elusive e di taglia maggiore. Spigole e gronghi, citati nell’introduzione, sono solo due esempi di prede tipiche del rockfishing, ma la lista si amplia considerevolmente a seconda della zona di pesca e della stagione. Saraghi, dentici, cernie e persino specie pelagiche che si avvicinano alle rocce per nutrirsi possono cadere nella trappola di un pescatore esperto di rockfishing.
La versatilità del rockfishing sta anche nell’utilizzo di attrezzature specifiche, spesso più robuste rispetto a quelle da surfcasting, progettate per resistere alle sollecitazioni delle rocce e delle prede combattive. Canna, mulinello e lenza devono essere adeguati alla profondità e alle dimensioni delle prede target.
In definitiva, il rockfishing rappresenta un’esperienza di pesca più complessa e appagante rispetto al surfcasting, che richiede maggiore preparazione e abilità, ma ripaga con l’emozione di insidiare prede in ambienti affascinanti e selvaggi, regalando una connessione più profonda con l’ambiente marino. Non è semplicemente una questione di “pesca a fondo in mare”, ma un’arte che combina tecnica, tattica e conoscenza del mare.
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