Perché mi fa male anche il latte senza lattosio?

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Il latte senza lattosio, pur essendo trattato per ridurre il lattosio, può comunque causare fastidi a chi è intollerante. Questo perché il processo di lavorazione non elimina totalmente il lattosio, lasciandone una minima parte. Anche questa piccola quantità può scatenare sintomi gastrointestinali in soggetti sensibili.

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Latte senza lattosio e mal di pancia: perché a volte non basta?

Molte persone, affette da intolleranza al lattosio, si affidano al latte senza lattosio per continuare a godere del sapore e dei benefici di questa bevanda, senza però incorrere nei fastidiosi sintomi tipici dell’intolleranza: gonfiore, crampi addominali, diarrea e flatulenza. Ma cosa succede quando, nonostante l’etichetta rassicurante, il mal di pancia torna a farsi sentire? La risposta, purtroppo, è più complessa di quanto si possa immaginare.

L’industria casearia, per produrre il latte senza lattosio, utilizza un processo enzimatico che prevede l’aggiunta di lattasi, l’enzima responsabile della scissione del lattosio (lo zucchero presente nel latte) in due zuccheri più semplici: glucosio e galattosio. Questo processo riduce significativamente la quantità di lattosio presente nel prodotto finale, rendendolo più digeribile per chi soffre di intolleranza.

Tuttavia, è fondamentale capire che “senza lattosio” non significa assolutamente privo di lattosio. La normativa consente di definire un prodotto “senza lattosio” quando il contenuto residuo è inferiore a una certa soglia, generalmente stabilita in 0,1 grammi per 100 grammi o millilitri di prodotto. Questa minima quantità, seppur insignificante per la maggior parte delle persone, può rappresentare un problema per i soggetti con un’elevata sensibilità al lattosio.

Immaginiamo una persona con un deficit di lattasi particolarmente accentuato. Anche la piccolissima quantità di lattosio residuo nel latte “senza lattosio” potrebbe essere sufficiente a innescare la reazione indesiderata. In questo caso, l’accumulo di lattosio non digerito nell’intestino tenue attira acqua, causando diarrea e gonfiore. Inoltre, il lattosio non digerito viene fermentato dai batteri presenti nel colon, producendo gas che contribuiscono al senso di gonfiore e ai crampi addominali.

Ma non finisce qui. Altre possibili cause del mal di pancia, nonostante l’assunzione di latte senza lattosio, possono essere legate ad altri componenti del latte stesso.

  • Allergia alle proteine del latte (APLV): L’allergia alle proteine del latte è una reazione del sistema immunitario alle proteine presenti nel latte, come la caseina e il siero del latte. I sintomi possono variare da lievi disturbi gastrointestinali a reazioni più gravi, come orticaria, difficoltà respiratorie e shock anafilattico. Il latte senza lattosio non è privo di queste proteine, quindi un soggetto allergico continuerà a manifestare i sintomi.
  • Sensibilità al latte non-IgE mediata: A differenza dell’allergia, la sensibilità al latte non-IgE mediata non coinvolge il sistema immunitario in modo diretto. I sintomi sono spesso più vaghi e difficili da diagnosticare, e possono includere problemi digestivi, affaticamento e dolori articolari. Anche in questo caso, il latte senza lattosio non risolverà il problema.
  • Intolleranza ad altri zuccheri: Alcune persone possono avere difficoltà a digerire anche altri zuccheri presenti nel latte senza lattosio, come il glucosio e il galattosio, che si formano dalla scissione del lattosio.
  • Effetto placebo/nocebo: A volte, la convinzione di essere intolleranti al lattosio, anche in assenza di una reale intolleranza, può scatenare sintomi simili a quelli dell’intolleranza stessa.

Cosa fare in questi casi?

Se il latte senza lattosio continua a causare disturbi, è fondamentale consultare un medico o un gastroenterologo per escludere altre possibili cause e ottenere una diagnosi precisa. Potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test, come il breath test al lattosio, per valutare la reale tolleranza al lattosio, o test allergologici per escludere un’allergia alle proteine del latte.

In base alla diagnosi, il medico potrà consigliare la strategia più appropriata, che potrebbe includere:

  • Eliminazione totale del lattosio: In caso di elevata sensibilità, potrebbe essere necessario eliminare completamente il lattosio dalla dieta, prestando attenzione anche ai prodotti che potrebbero contenerne tracce.
  • Assunzione di integratori di lattasi: Questi integratori, assunti prima dei pasti contenenti lattosio, possono aiutare a digerire lo zucchero e ridurre i sintomi.
  • Dieta a basso contenuto di FODMAP: Questa dieta, che prevede la limitazione di alcuni tipi di carboidrati fermentabili, può essere utile per alleviare i sintomi gastrointestinali in generale.
  • Ricerca di alternative al latte vaccino: Esistono numerose alternative al latte vaccino, come il latte di soia, di mandorla, di riso o di avena, che sono naturalmente privi di lattosio e proteine del latte.

In conclusione, il latte senza lattosio è un valido aiuto per molte persone con intolleranza al lattosio, ma non rappresenta una soluzione universale. Ascoltare il proprio corpo e rivolgersi a un medico per una diagnosi accurata sono i passi fondamentali per individuare la causa dei disturbi e trovare la strategia più efficace per gestirli.