Quando un vino si definisce frizzante?

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Un vino è classificato come frizzante secondo le normative europee se deriva da vino con alcol totale minimo di 9% vol e alcol effettivo di almeno 7% vol. La caratteristica distintiva è la sovrapressione, misurata a 20°C in contenitori sigillati, che deve superare 1 bar e non eccedere 2,5 bar.

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Il Sussurro delle Bollicine: Quando un Vino si Eleva a Frizzante

Nel vasto e variegato panorama enologico, il vino frizzante occupa una posizione unica, sospeso tra la tranquillità di un vino fermo e l’esuberanza di uno spumante. Ma cosa definisce esattamente un vino frizzante? Quali sono i parametri che lo distinguono e che gli conferiscono quel caratteristico “sussurro” di bollicine?

La risposta si trova nelle normative europee, un insieme di regole precise che delineano le caratteristiche fondamentali di questa tipologia di vino. Non basta, infatti, percepire una leggera effervescenza per poter parlare di vino frizzante. Esistono criteri ben definiti che riguardano sia la composizione alcolica che la pressione interna.

L’Alchimia Alcolica: Un Equilibrio Delicato

Il punto di partenza è la gradazione alcolica. Un vino, per essere classificato come frizzante, deve derivare da un vino con un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 9% vol. Questo valore rappresenta la quantità totale di alcol presente nel vino, sia quello già formato durante la fermentazione che quello eventualmente aggiunto. Tuttavia, ciò che conta realmente è il contenuto alcolico effettivo, ovvero la quantità di alcol presente nel vino al momento dell’imbottigliamento. Per un vino frizzante, questo valore deve essere almeno del 7% vol. Questo equilibrio tra alcol totale ed effettivo garantisce la stabilità del prodotto e la corretta evoluzione delle bollicine.

La Pressione: Il Battito del Vino Frizzante

Ma l’elemento distintivo per eccellenza, ciò che definisce l’anima frizzante di un vino, è la sovrapressione. Questa, misurata all’interno del contenitore sigillato alla temperatura di 20°C, deve superare una soglia minima, testimoniando la presenza di anidride carbonica disciolta nel vino. Ed è proprio questa anidride carbonica, liberata una volta aperto il vino, a dare vita alle tanto amate bollicine.

La normativa stabilisce che la sovrapressione deve essere superiore a 1 bar e non eccedere i 2,5 bar. Questo intervallo è cruciale: al di sotto di 1 bar, l’effervescenza sarebbe impercettibile, rendendo il vino assimilabile a un vino fermo. Al di sopra dei 2,5 bar, invece, si entrerebbe nel regno degli spumanti, vini con una pressione più elevata e un perlage più persistente.

Oltre la Tecnica: Un’Esperienza Sensoriale Unica

In sintesi, un vino frizzante è tale se rispetta rigorosi parametri alcolici e pressori. Ma al di là delle definizioni tecniche, è importante ricordare che il vino frizzante è, soprattutto, un’esperienza sensoriale. È un vino leggero, vivace, piacevole da bere, perfetto per aperitivi e abbinamenti informali. È un vino che invita alla convivialità e che, con il suo delicato perlage, regala un tocco di brio a ogni occasione.

Quindi, la prossima volta che vi troverete di fronte a una bottiglia di vino frizzante, ricordatevi di questi parametri. Ma soprattutto, godetevi il suo “sussurro” e lasciatevi trasportare dalla sua allegra effervescenza.