Chi sono le persone bugiarde?

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Mentire patologicamente è sintomo di manipolazione, egocentrismo e scarsa empatia. Diversamente, il bugiardo compulsivo non persegue obiettivi specifici con le menzogne, ma trova un appagante rifugio nellinganno, preferendolo alla realtà.

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La menzogna come rifugio: esplorando le diverse sfaccettature della bugia patologica

La menzogna, un’azione tanto diffusa quanto complessa, trascende la semplice violazione di un codice morale. Dietro una bugia, infatti, si celano spesso motivazioni profonde, che rivelano aspetti cruciali della personalità di chi mente. Distinguere tra un’imbroglione abile e un bugiardo compulsivo è fondamentale per comprenderne le dinamiche psicologiche e, eventualmente, intervenire con efficacia.

L’individuo che mente patologicamente, mosso da una volontà manipolatrice, si serve della menzogna come strumento per raggiungere i propri obiettivi. In questo caso, la bugia è calcolata, strategica, finalizzata ad un preciso risultato: ottenere un vantaggio, evitare una punizione, accrescere il proprio potere o la propria immagine agli occhi degli altri. Questa tipologia di bugiardo si caratterizza per un marcato egocentrismo; la realtà viene distorta per assecondare i propri bisogni e desideri, senza considerare le conseguenze sulle altre persone. La scarsa empatia, o addirittura la sua totale assenza, impedisce a questi individui di comprendere il dolore o il danno che possono causare con le proprie menzogne. Sono abili nel costruire narrazioni plausibili, capaci di convincere anche gli osservatori più attenti, e spesso mostrano un’invidiabile capacità di improvvisazione. La loro menzogna è un atto volitivo, consapevole e funzionale al raggiungimento di specifici scopi.

Al contrario, il bugiardo compulsivo rappresenta una figura assai diversa. In questo caso, la menzogna non è uno strumento, ma un rifugio. Non persegue obiettivi specifici, ma trova un appagante, seppur illusorio, sollievo nell’inganno. La realtà, percepita forse come troppo dolorosa o soverchiante, viene sostituita da una costruzione mentale più rassicurante, anche se palesemente falsa. Questa tipologia di menzogna spesso si manifesta in modo incoerente e contraddittorio, proprio perché non è guidata da una strategia precisa. La compulsione a mentire potrebbe essere riconducibile a disturbi di personalità, ansia cronica o difficoltà nella gestione delle emozioni. A differenza del manipolatore, il bugiardo compulsivo non gode del controllo esercitato sulla vittima; piuttosto, si cela dietro le proprie menzogne per sfuggire a una realtà percepita come insostenibile. Il senso di colpa, se presente, è spesso soffocato da un meccanismo di autoinganno che perpetua il ciclo della menzogna.

In conclusione, comprendere le diverse sfaccettature della bugia patologica richiede un’analisi approfondita delle motivazioni che la sottende. Distinguere tra il manipolatore strategico e il bugiardo compulsivo è fondamentale non solo per una corretta valutazione del comportamento, ma anche per individuare percorsi di intervento adeguati, che possano indirizzare verso una maggiore consapevolezza di sé e un rapporto più sano con la realtà.