Quali sono gli obblighi delle associazioni di volontariato in materia di sicurezza?
Le associazioni di volontariato, anche con soli volontari, devono garantire la sicurezza dei propri membri. Questo implica nominare un RSPP, redigere il DVR, assicurare la sorveglianza sanitaria e la formazione sulla sicurezza, come previsto dalla normativa vigente, anche se con modalità semplificate.
La sicurezza non è un optional: gli obblighi delle associazioni di volontariato
Le associazioni di volontariato, spesso percepite come realtà informali e animate da puro altruismo, non sono esenti dagli obblighi in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Anche in assenza di dipendenti retribuiti, la tutela dei volontari, cuore pulsante di queste organizzazioni, è un imperativo morale e legale imprescindibile. Trascurare questo aspetto espone l’associazione a pesanti sanzioni e, soprattutto, mette a rischio la salute e l’incolumità delle persone che vi operano.
Contrariamente a una diffusa credenza, l’attività svolta, per quanto a titolo gratuito, è soggetta alla normativa sulla sicurezza, seppur con modalità di applicazione più semplificate rispetto alle realtà aziendali. Il principio fondamentale rimane inalterato: ogni associazione di volontariato ha il dovere di garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre per i propri membri.
Questo impegno si traduce in una serie di obblighi concreti, tra cui:
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Nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP): Anche se l’associazione è composta esclusivamente da volontari, la nomina di un RSPP è obbligatoria. Questa figura, che può essere un volontario stesso con adeguata formazione, ha il compito di coordinare le attività di prevenzione e protezione dai rischi. La scelta di un RSPP interno, opportunamente formato, rappresenta spesso la soluzione più economica ed efficace per le piccole associazioni.
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Redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR): Il DVR è lo strumento fondamentale per individuare, analizzare e valutare i rischi presenti nell’attività svolta dall’associazione. La sua redazione, seppur semplificata in relazione alle dimensioni e alla tipologia di attività, è obbligatoria e deve essere aggiornata periodicamente. Questo documento non è un mero adempimento burocratico, ma uno strumento operativo per la gestione della sicurezza.
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Sorveglianza sanitaria: A seconda dell’attività svolta, potrebbe essere necessaria una sorveglianza sanitaria dei volontari, finalizzata a monitorare lo stato di salute e a prevenire eventuali patologie legate all’esposizione a rischi specifici. Anche in questo caso, la modalità di attuazione sarà semplificata, ma la necessità di tutelare la salute dei volontari rimane fondamentale.
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Formazione sulla sicurezza: I volontari devono ricevere una formazione adeguata ai rischi specifici connessi all’attività svolta. Questa formazione, che può essere erogata internamente o da enti esterni specializzati, deve essere documentata e deve essere aggiornata periodicamente.
In sintesi, la sicurezza nei contesti del volontariato non è un aspetto marginale, ma un pilastro fondamentale per garantire il benessere dei volontari e la continuità dell’attività associativa. Affrontare adeguatamente questi obblighi non solo tutela l’associazione da sanzioni, ma, soprattutto, dimostra un reale impegno nella protezione di coloro che dedicano il proprio tempo e le proprie energie per il bene comune. Ricorrere a consulenze specializzate può essere un investimento prezioso per le associazioni che desiderano affrontare queste tematiche con la necessaria professionalità e tranquillità.
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