Quanto frutta un brevetto?

Quanto frutta un brevetto: un investimento strategico da valutare con attenzione

Ottenere un brevetto è un passo fondamentale per proteggere un’innovazione, ma la domanda che spesso si pongono inventori e aziende è: quanto, concretamente, frutta un brevetto? La risposta, purtroppo, non è univoca e dipende da una miriade di fattori. Non esiste una formula magica per calcolare il ritorno sull’investimento (ROI) di un brevetto, ma è possibile delineare le variabili chiave da considerare per valutarne il potenziale.

Innanzitutto, è importante capire che un brevetto non è semplicemente un pezzo di carta. È uno strumento legale che concede al titolare il diritto esclusivo di sfruttare la propria invenzione per un determinato periodo di tempo, generalmente vent’anni. Questo diritto di esclusiva rappresenta il valore intrinseco del brevetto.

Tuttavia, questo valore si traduce in guadagno reale solo se gestito in modo strategico. Possedere un brevetto può fruttare in diversi modi:

• Vantaggio competitivo: Il brevetto protegge l’innovazione dalla concorrenza, consentendo all’azienda di posizionarsi come leader di mercato, attirando investitori e clienti. Questa posizione di forza si traduce in maggiori vendite e margini di profitto più ampi.
• Licenze: Il brevetto può essere concesso in licenza a terzi, generando un flusso di entrate passive attraverso royalties. Questa opzione è particolarmente interessante per le aziende che non hanno le risorse o la capacità di commercializzare direttamente l’invenzione.
• Vendita del brevetto: In alcuni casi, è possibile vendere il brevetto a un’altra azienda, ottenendo un guadagno immediato. Questa opzione è utile per le aziende che preferiscono concentrarsi su altre aree di business.
• Migliore negoziazione: Avere un portafoglio di brevetti robusto rafforza la posizione negoziale dell’azienda in caso di fusioni, acquisizioni o joint venture. I brevetti diventano un asset prezioso che aumenta il valore complessivo dell’azienda.
• Attrarre investimenti: I brevetti sono spesso visti come un indicatore di innovazione e potenziale di crescita, rendendo l’azienda più attraente per gli investitori di venture capital e altri finanziatori.

È fondamentale, però, considerare i costi associati all’ottenimento e al mantenimento di un brevetto. Come accennato, i costi variano a seconda della tipologia e dell’estensione geografica. Si stimano, ad esempio, circa 2.800-3.000 euro (IVA esclusa) per un brevetto nazionale, 6.000 euro (IVA esclusa) per un brevetto europeo (UE) e 7.000 euro (IVA esclusa) per l’estensione internazionale PCT, inclusi servizi accessori. A questi costi iniziali si aggiungono le spese annuali per il mantenimento in vita del brevetto, le spese legali per difenderlo in caso di violazione e i costi di commercializzazione dell’invenzione.

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, “quanto frutta un brevetto?”, è necessario valutare attentamente:

• Il potenziale di mercato dell’innovazione: Quanto è richiesta l’invenzione? Qual è la concorrenza?
• La strategia di commercializzazione: Come verrà sfruttato il brevetto? Vendita diretta, licenze, vendita del brevetto?
• I costi totali del brevetto: Costi di ottenimento, mantenimento e difesa.
• La capacità di far rispettare il brevetto: L’azienda ha le risorse per difendere il brevetto in caso di violazione?

In conclusione, ottenere un brevetto è un investimento che richiede un’attenta analisi. Non è una garanzia di successo, ma se gestito correttamente può generare un significativo ritorno economico e strategico, consolidando la posizione dell’azienda sul mercato e proteggendo il frutto del proprio ingegno. Prima di intraprendere il percorso brevettuale, è consigliabile consultare un consulente in proprietà industriale per valutare la brevettabilità dell’invenzione e sviluppare una strategia di protezione adeguata.