Come si capisce se si è allergici al latte?

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Reazioni allergiche al latte possono manifestarsi con vari sintomi, tra cui orticaria, gonfiore, difficoltà respiratorie, vomito e diarrea. La loro comparsa dopo lingestione di latte o latticini suggerisce una possibile allergia, da confermare con test specifici.
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Latte e allergie: quando la bevanda più comune diventa un nemico

Il latte, alimento base della dieta di miliardi di persone, può celare un insospettabile pericolo per chi soffre di allergia. Non si tratta di una semplice intolleranza al lattosio, spesso confusa con l’allergia, ma di una vera e propria risposta immunitaria del corpo ad una o più proteine del latte. Capire se si è allergici al latte è fondamentale per evitare reazioni che, in alcuni casi, possono essere pericolose per la vita.

A differenza dell’intolleranza al lattosio, che è un problema digestivo legato alla difficoltà di digerire lo zucchero del latte, l’allergia al latte coinvolge il sistema immunitario. Il corpo identifica erroneamente le proteine del latte come sostanze estranee e pericolose, scatenando una risposta difensiva che si manifesta con una vasta gamma di sintomi.

Questi sintomi possono variare ampiamente in gravità e tipologia, rendendo la diagnosi non sempre immediata. Alcuni individui manifestano reazioni lievi, come prurito o orticaria, mentre altri possono sperimentare sintomi molto più gravi e potenzialmente letali, come gonfiore della gola e delle vie aeree (edema della glottide), difficoltà respiratorie, vomito, diarrea e, nei casi più gravi, shock anafilattico. La comparsa di questi sintomi, soprattutto se si verificano entro pochi minuti o ore dall’ingestione di latte o derivati (formaggi, yogurt, burro, etc.), dovrebbe immediatamente far sorgere il sospetto di una possibile allergia.

Un’eruzione cutanea improvvisa, caratterizzata da pomfi rossi e pruriginosi (orticaria), è un segnale inequivocabile, così come il gonfiore del viso, delle labbra o della lingua. Difficoltà respiratorie, respiro sibilante e tosse possono indicare un coinvolgimento delle vie aeree. Disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea, spesso accompagnati da dolori addominali, sono altri sintomi comuni. È importante ricordare che l’intensità dei sintomi può variare da un episodio all’altro, anche nello stesso individuo.

La diagnosi di allergia al latte non può essere fatta solo sulla base dei sintomi. È fondamentale rivolgersi a un allergologo o a un pediatra, che potrà effettuare test specifici per confermare la presenza di anticorpi IgE diretti contro le proteine del latte. Questi test, solitamente eseguiti mediante prelievo di sangue o prick test cutaneo, permettono di identificare con precisione la presenza di un’allergia e la sua gravità.

In conclusione, sospettare un’allergia al latte non è banale. L’autodiagnosi è sconsigliata, e l’osservazione attenta dei sintomi, seguita da una visita medica specialistica, è fondamentale per una corretta diagnosi e per la gestione adeguata della condizione, che può includere l’evitamento totale del latte e dei suoi derivati e, nei casi più gravi, la disponibilità di un’autoiniettore di adrenalina (epinefrina). Solo un professionista sanitario può fornire la corretta diagnosi e il piano terapeutico più adatto a ogni singolo caso.