Quando un neonato cerca la mamma?
Il desiderio di connessione materno-filiale è precoce, ma la consapevole chiamata mamma è tardiva. I primi vagiti e lallazioni, pur simili, non rappresentano una vera chiamata intenzionale. Ciò avviene, con variazioni individuali, solitamente dopo il primo anno di vita.
Il Richiamo Intimo: Quando un Neonato Inizia a Cercare la Mamma
Il legame tra una madre e il suo neonato è un intreccio di istinti, odori, sguardi e suoni, una sinfonia emotiva che inizia ben prima che il bambino pronunci la sua prima parola. La domanda su quando un neonato “cerca la mamma” non ha una risposta univoca e si articola su diversi livelli di comprensione. È vero che il desiderio di connessione materno-filiale è presente fin dai primi giorni, un bisogno primario di calore, nutrimento e sicurezza, ma l’espressione consapevole di questo bisogno, la “chiamata alla mamma” intesa come richiamo intenzionale, è un processo più complesso e graduale.
Nei primi mesi di vita, il neonato comunica attraverso una miriade di segnali: pianto, vagiti, movimenti corporei. Questi sono gli strumenti del suo linguaggio pre-verbale, espressioni di disagio, fame o semplice bisogno di contatto. Quando il neonato piange e la madre risponde, instaurando un circolo virtuoso di cura e conforto, si rafforza un legame profondo e istintivo. Il bambino impara a riconoscere l’odore, il suono della voce e il tocco della madre, associandoli alla sensazione di sollievo e protezione. Tuttavia, questi primi vagiti, sebbene possano suonare simili a vere e proprie parole, non sono ancora espressione di un’intenzionalità linguistica. Sono reazioni riflesse, istintive, parte del bagaglio innato del neonato.
La lallazione, quella fase di sperimentazione sonora in cui il bambino produce ripetizioni di sillabe (“ma-ma”, “pa-pa”, “da-da”), rappresenta un passo avanti nello sviluppo linguistico, ma ancora non configura una “chiamata alla mamma” cosciente e mirata. Il bambino sta esplorando le proprie capacità vocali, imitando suoni che sente intorno a sé, senza necessariamente attribuire loro un significato specifico.
La vera e propria “chiamata alla mamma”, intesa come richiamo intenzionale e consapevole, emerge gradualmente, di solito dopo il primo anno di vita, con notevoli variazioni individuali. Questo è il momento in cui il bambino inizia a comprendere il significato delle parole e a collegarle a persone e oggetti specifici. Quando un bambino dice “mamma” e contemporaneamente la cerca con lo sguardo, allungando le braccia verso di lei, allora possiamo parlare di una vera e propria chiamata. Questo segna un punto di svolta nello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino, la capacità di esprimere un bisogno specifico attraverso il linguaggio e di indirizzarlo verso la persona che può soddisfarlo.
In definitiva, il momento in cui un neonato “cerca la mamma” è un processo in divenire, un’evoluzione che va dal bisogno primario di connessione all’espressione consapevole e intenzionale di questo bisogno attraverso il linguaggio. La “chiamata alla mamma” non è solo una parola, ma un atto d’amore, una richiesta di conforto, una dichiarazione di dipendenza e fiducia, un legame indissolubile che si rafforza giorno dopo giorno.
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