Cosa succede al nostro corpo in aereo?

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Durante il volo, il nostro corpo subisce alcuni cambiamenti, in genere lievi e temporanei. I più comuni includono vertigini, stordimento, stanchezza e mal di testa. Allatterraggio, è possibile sperimentare un senso generale di malessere.

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La Cabina a Pressione: Come il Volo Influenza il Nostro Corpo

Il viaggio aereo, pur essendo diventato un’esperienza relativamente comune, sottopone il nostro organismo a una serie di modifiche, spesso impercettibili ma comunque degne di nota. Non si tratta di gravi patologie, ma di reazioni fisiologiche a un ambiente artificiale che si discosta significativamente da quello terrestre. Capire questi cambiamenti ci permette di affrontare il volo con maggiore consapevolezza e, eventualmente, di mitigare alcuni disagi.

L’aspetto più rilevante è la diminuzione della pressione atmosferica. A quota crociera, la pressione è significativamente inferiore rispetto a quella a livello del mare, influenzando la saturazione di ossigeno nel sangue. Questa variazione, seppur compensata parzialmente dal sistema di pressurizzazione della cabina, può contribuire a sensazioni di stanchezza, vertigini e, in alcuni casi, mal di testa. La minore pressione può anche portare a una leggera disidratazione, dato che l’aria in cabina è più secca rispetto a quella a terra. Questo effetto è ulteriormente amplificato dalla ridotta assunzione di liquidi durante il volo, spesso causata dalla minore sete percepita in ambiente pressurizzato.

Inoltre, la prolungata immobilità in un ambiente confinato può influenzare la circolazione sanguigna. La mancanza di movimento, unita alla posizione spesso sedentaria, può portare a gonfiore alle gambe e alle caviglie, soprattutto in soggetti predisposti o in caso di voli particolarmente lunghi. Questo effetto è accentuato dalla pressione atmosferica ridotta che favorisce la ritenzione idrica.

Un altro fattore da considerare è il ritmo circadiano alterato. Il rapido attraversamento dei fusi orari, tipico dei voli a lungo raggio, può sconvolgere i nostri orologi biologici interni, causando jet lag, caratterizzato da stanchezza, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno. Questo fenomeno è più accentuato nei viaggi verso est, a causa del “disallineamento” del nostro orologio biologico con l’ambiente esterno.

Infine, l’ambiente della cabina, con la sua aria secca e ricircolata, può contribuire all’irritazione delle mucose, peggiorando eventuali preesistenti problematiche respiratorie.

In conclusione, il nostro corpo reagisce al volo con una serie di adattamenti fisiologici, generalmente transitori e di lieve entità. Tuttavia, la consapevolezza di questi effetti permette di adottare misure preventive, come bere abbondanti liquidi prima, durante e dopo il volo, eseguire esercizi di stretching durante il viaggio, e, nei voli a lungo raggio, cercare di regolare il proprio ritmo sonno-veglia in base al fuso orario di destinazione. Un’adeguata preparazione può contribuire a rendere l’esperienza di volo più confortevole e meno stressante per il nostro organismo.