Quali sono le cause della fame compulsiva?

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La fame compulsiva, spiega la dottoressa Colombo, nasce da bisogni emotivi come rabbia, noia, stress, solitudine, tensione, stanchezza, ansia o depressione. Mangiare diventa un modo per compensare questi stati danimo.

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Oltre il Piatto: Svelare le Radici Emotive della Fame Compulsiva

La fame compulsiva, quel bisogno irrefrenabile di cibo che trascende la semplice necessità fisiologica, è un fenomeno complesso che affonda le sue radici ben oltre il semplice appetito. Non si tratta di un problema di “forza di volontà”, come spesso erroneamente si pensa, ma di un meccanismo di coping, una strategia inconscia per affrontare emozioni intense e difficili da gestire. Come afferma la dottoressa Colombo, il cuore del problema risiede in un profondo disagio emotivo.

La spiegazione superficiale – “ho mangiato perché ero nervosa” – nasconde una verità più sfumata e articolata. La fame compulsiva non è causata dal cibo stesso, ma da una gamma variegata di emozioni negative che vengono “auto-medicate” attraverso il consumo eccessivo di cibo. È come se il cibo diventasse un’ancora di salvezza, una panacea temporanea per alleviare la sofferenza interiore.

Le emozioni che più frequentemente innescano questo circolo vizioso sono numerose e interconnesse: la rabbia repressa, che trova sfogo in un’ingestione incontrollata; la noia, che viene riempita con l’attività di mangiare; lo stress cronico, che trova sollievo nell’atto stesso del consumare cibo, anche se solo per un breve lasso di tempo; la solitudine, spesso combattuta con il conforto illusorio del cibo; la tensione accumulata, che si scarica attraverso abbuffate inconsapevoli; la stanchezza fisica ed emotiva, che viene “curata” con l’energia (apparente) fornita dal cibo; l’ansia, che trova temporaneo sollievo nell’atto ripetitivo del mangiare; e infine, la depressione, che spesso si manifesta attraverso una perdita di controllo sull’alimentazione.

È fondamentale sottolineare che il rapporto tra emozione e cibo è spesso inconscio. La persona che soffre di fame compulsiva non è necessariamente consapevole del legame tra il suo stato d’animo e la sua necessità di mangiare. L’atto di mangiare diventa una risposta automatica, un riflesso condizionato ad una serie di stimoli emotivi. Questo meccanismo, se non affrontato, può portare a conseguenze serie, sia fisiche che psicologiche, come l’obesità, disturbi alimentari più gravi, problemi di autostima e isolamento sociale.

Superare la fame compulsiva richiede quindi un approccio olistico che vada oltre la semplice dieta. È necessario indagare le cause profonde, identificando e gestendo le emozioni sottostanti. Terapie come la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, possono aiutare a rompere il ciclo vizioso, insegnando strategie di coping più sane e funzionali per affrontare le emozioni difficili, senza ricorrere al cibo come anestetico. Solo così si potrà raggiungere un rapporto sano ed equilibrato con il cibo e con se stessi.