Come si chiama chi mangia la notte?
Chi soffre di sindrome da alimentazione notturna (NES) si distingue da chi mangia occasionalmente di notte per il consumo concentrato nelle ore notturne, con porzioni più piccole durante i ripetuti risvegli, e lassenza di unimmagine corporea distorta.
La Notte dei Mangioni: Decifrare la Sindrome da Alimentazione Notturna
Mangiare di notte. Un’abitudine comune, spesso considerata un semplice vizio o una concessione agli appetiti improvvisi. Ma dietro la semplice azione di consumare cibo a tarda ora, si cela una realtà più complessa, in alcuni casi diagnosticabile come Sindrome da Alimentazione Notturna (NES). A differenza di chi cede a un semplice spuntino serale o a un’abbuffata occasionale, chi soffre di NES vive un’esperienza profondamente diversa, caratterizzata da un preciso profilo comportamentale e da una marcata alterazione del ritmo circadiano.
La chiave distintiva della NES non risiede semplicemente nell’orario dei pasti, bensì nella concentrazione del consumo alimentare nelle ore notturne. Chi presenta questa sindrome non si limita a un pasto abbondante prima di dormire, ma si sveglia ripetutamente nel corso della notte, consumando piccole porzioni di cibo. Questo comportamento, a differenza di altri disturbi alimentari, non è associato a una percezione distorta del proprio corpo o a un’ossessione per il peso. L’immagine corporea, in chi soffre di NES, generalmente non è alterata, a differenza di quanto si osserva, ad esempio, nell’anoressia o nella bulimia.
L’aspetto cruciale è la mancanza di controllo. Il soggetto non riesce a resistere all’impulso di mangiare durante le ore notturne, nonostante possa essere pienamente consapevole delle conseguenze negative per la salute, sia a livello fisico che psicologico. Questo impulso compulsivo, spesso accompagnato da sonnolenza diurna e stanchezza cronica, differenzia nettamente la NES da semplici abitudini alimentari serali.
La NES, inoltre, presenta spesso una componente di ipersonnia, ovvero un’eccessiva necessità di sonno, che si intreccia con il ciclo sonno-veglia alterato. Questo ciclo irregolare può contribuire a un’ulteriore amplificazione dell’appetito notturno, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Sebbene la ricerca scientifica sulla NES sia ancora in corso, e non ne siano ancora del tutto chiare le cause, diversi fattori sembrano essere coinvolti, tra cui alterazioni ormonali, squilibri neurochimici e fattori psicologici come lo stress o l’ansia.
In conclusione, definire chi mangia di notte semplicemente come un “mangione notturno” è riduttivo e impreciso. La Sindrome da Alimentazione Notturna rappresenta una condizione ben distinta, che necessita di una diagnosi accurata e di un approccio terapeutico multidisciplinare, che integri aspetti nutrizionali, comportamentali e, se necessario, farmacologici, per aiutare il soggetto a ritrovare un sano equilibrio alimentare e un riposo notturno ristoratore. L’individuazione precoce e una corretta gestione della NES sono fondamentali per prevenire le potenziali complicanze a lungo termine per la salute fisica e psicologica del paziente.
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