Come si cura il bugiardo patologico?

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La menzogna patologica, o mitomania, ha radici complesse e variabili. Fattori come traumi infantili, deficit relazionali precoci, problematiche di attaccamento e bassa autostima contribuiscono allo sviluppo di questo disturbo, ma ogni caso necessita di una valutazione individuale.

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Svelare il Labirinto della Menzogna: Curare il Bugiardo Patologico

La menzogna, un’azione tanto comune quanto pervasiva nella vita umana, assume connotazioni profondamente diverse quando si parla di mitomania, o bugia patologica. Non si tratta di semplici “bugie bianche” o esagerazioni occasionali, ma di un disturbo complesso, radicato in un terreno fertile di esperienze negative e difficoltà emotive che impediscono al soggetto di costruire una relazione autentica con la realtà e con gli altri. La cura, di conseguenza, non può essere un’operazione standardizzata, ma necessita di un approccio personalizzato e multidisciplinare.

Diversamente da quanto spesso si crede, il bugiardo patologico non mente per ottenere un vantaggio diretto o per manipolare gli altri, sebbene questi possano essere effetti collaterali del disturbo. La radice del problema risiede in una fragilità interna profonda. Fattori come traumi infantili non elaborati, spesso legati ad abusi o trascuratezze, giocano un ruolo cruciale. Un bambino che non ha sperimentato un attaccamento sicuro, un ambiente prevedibile e rassicurante, può sviluppare strategie di sopravvivenza basate sulla creazione di una realtà alternativa, più rassicurante e controllabile, attraverso la menzogna. La bassa autostima, conseguenza di esperienze negative ripetute, contribuisce a consolidare questo meccanismo difensivo. La menzogna diventa, in sostanza, un modo per compensare una mancanza di autostima, per colmare un vuoto interiore, per sentirsi, seppur in modo illusorio, accettato e valorizzato.

La diagnosi e la successiva terapia richiedono un’attenta valutazione psicologica, che tenga conto delle specificità del singolo caso. Non esiste una “cura magica”: il percorso è lungo e articolato, spesso necessitando di un’integrazione di diverse tecniche terapeutiche. La psicoterapia, in particolare, assume un ruolo fondamentale. Attraverso tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è possibile identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano la mitomania. La CBT aiuta il paziente a prendere consapevolezza delle proprie strategie di coping maladattative, a sviluppare capacità di auto-regolazione emotiva e a costruire relazioni più sane e basate sulla verità. Altre approcci terapeutici, come la psicodinamica o la terapia narrativa, possono essere utili per esplorare le radici del disturbo e aiutare il paziente a ricostruire la propria storia personale in modo più autentico.

È fondamentale sottolineare l’importanza del supporto familiare e sociale. La comprensione da parte dei cari è cruciale per il successo della terapia, anche se richiede pazienza e un approccio delicato. Spesso, infatti, la famiglia del bugiardo patologico si trova a vivere situazioni di grande stress e frustrazione. Il supporto di un gruppo di auto-aiuto, sia per il paziente che per i suoi familiari, può essere di grande aiuto per condividere esperienze, imparare a gestire le difficoltà e ridurre il senso di isolamento.

In conclusione, la cura della mitomania è un processo complesso e lungo, che richiede un impegno costante da parte del paziente e dei professionisti coinvolti. Ma la possibilità di una vita più autentica, libera dalla prigione della menzogna, rappresenta un obiettivo raggiungibile, a condizione di affrontare con coraggio e determinazione le radici profonde di questo disturbo.