Qual è il metodo per fare il Prosecco?

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Il Prosecco acquisisce la sua spuma attraverso la rifermentazione in autoclave, seguendo il metodo Charmat-Martinotti. Questo processo prevede una seconda fermentazione in grandi contenitori di acciaio inossidabile, a pressione controllata, conferendo al vino le sue caratteristiche bollicine fini e persistenti.

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Oltre le Bollicine: Svelando i Segreti del Metodo Charmat-Martinotti per il Prosecco

Il Prosecco, ambasciatore italiano nel mondo, conquista palati con la sua spuma delicata e il suo carattere frizzante. Ma dietro questo piacere sensoriale si cela un processo produttivo preciso e affascinante: il metodo Charmat-Martinotti, responsabile della sua inconfondibile effervescenza. A differenza del più complesso metodo Champenoise, utilizzato per lo Champagne, il Prosecco raggiunge la sua spuma attraverso una rifermentazione in autoclave, una tecnica che, pur nella sua apparente semplicità, richiede grande maestria e controllo.

Il viaggio del Prosecco verso la sua effervescenza inizia con la prima fermentazione, in cui il mosto d’uva Glera (e, in misura minore, altri vitigni autorizzati) si trasforma in vino base. Questo vino, ancora fermo, viene quindi trasferito in grandi autoclavi, contenitori di acciaio inossidabile ermeticamente sigillati. È qui che avviene la magia. A questo vino base vengono aggiunti lieviti selezionati e una piccola quantità di zucchero. L’autoclave, a questo punto, diventa un palcoscenico per una seconda fermentazione, un processo controllato e preciso che si svolge a temperature costanti e sotto pressione.

I lieviti, in un ambiente anaerobico, trasformano lo zucchero in anidride carbonica, la responsabile delle caratteristiche bollicine. La pressione all’interno dell’autoclave aumenta gradualmente, mantenendo la CO2 disciolta nel vino. Questo è un aspetto cruciale: la pressione controllata, tipicamente tra le 2 e le 4 atmosfere, è fondamentale per garantire la finezza e la persistenza della spuma, impedendo la formazione di bollicine troppo grandi e aggressive.

La durata della seconda fermentazione varia a seconda del tipo di Prosecco e del profilo aromatico desiderato, ma generalmente si aggira intorno alle 2-3 settimane. Al termine di questo periodo, il vino viene raffreddato per rallentare la fermentazione, e successivamente separato dai lieviti mediante filtrazione o chiarifica. Infine, il Prosecco viene imbottigliato, pronto per essere degustato e apprezzato per la sua freschezza e la sua vivace spuma, frutto di un processo meticoloso che ne preserva le delicate note aromatiche.

Il metodo Charmat-Martinotti, quindi, non è solo una tecnica, ma un’arte. La sua efficienza e capacità di preservare le caratteristiche fruttate del Prosecco lo rendono particolarmente adatto a questo vino, permettendo la produzione di grandi volumi mantenendo elevati standard qualitativi. La prossima volta che solleverete un calice di Prosecco, ricordatevi il viaggio che ha compiuto, la complessa danza tra lieviti, zucchero e pressione, che si conclude con un’esplosione di bollicine che celebra la passione e l’arte dei produttori.