Perché un neonato mangia poco latte?
I problemi orali, come afte, gengiviti, mal di gola o dentizione, possono causare dolore durante la suzione e la deglutizione, portando il neonato a mangiare poco latte.
Il Piccolo Mangione: Quando il Latte Non Basta
Il momento della poppata, per un genitore, è spesso un momento di profondo contatto e appagamento. Ma cosa succede quando il nostro piccolo, invece di succhiare avidamente al seno o al biberon, si dimostra apatico, mangiando poco latte? La preoccupazione è comprensibile, e le cause possono essere molteplici, richiedendo un’attenta osservazione e, in alcuni casi, l’intervento del pediatra.
Uno dei fattori spesso sottovalutati è la presenza di problematiche orali. Il cavo orale del neonato, delicato ed estremamente sensibile, può ospitare diverse condizioni che rendono la suzione, un’azione complessa e faticosa, dolorosa e quindi poco appetibile. Un’afta minuscola, ma pur sempre infiammata, una gengivite incipiente, un’irritazione alla gola o, soprattutto, la fase delicata della dentizione possono trasformare un’esperienza fisiologica in una vera e propria sofferenza. Il dolore associato alla suzione e alla deglutizione si traduce in una minore ingestione di latte, generando ansia nei genitori e un circolo vizioso di stanchezza e disagio per il bambino.
È importante distinguere il semplice calo dell’appetito, fisiologico soprattutto nelle fasi di crescita più tranquille, da un vero e proprio rifiuto del cibo. Un neonato che manifesta un cambiamento improvviso e significativo nelle sue abitudini alimentari, accompagnato da irritabilità, pianto frequente durante le poppate o evidente disagio durante la suzione, merita un’attenta valutazione. Osservate attentamente il suo cavo orale: la presenza di arrossamenti, gonfiori, afte o piccole ulcerazioni, anche microscopiche, può essere un chiaro campanello d’allarme.
Inoltre, è fondamentale considerare altri fattori concomitanti. La presenza di reflusso gastroesofageo, spesso associato a rigurgiti frequenti e disagio addominale, può portare il bambino a rifiutare il latte per paura del dolore. Anche infezioni delle vie respiratorie superiori, come raffreddori o otiti, possono influenzare l’appetito e la capacità di succhiare efficacemente.
In definitiva, la riduzione dell’assunzione di latte da parte del neonato non è mai un segnale da sottovalutare. Un consulto con il pediatra è sempre consigliato, soprattutto in presenza di sintomi aggiuntivi come febbre, pianto inconsolabile o calo ponderale. Il professionista sarà in grado di valutare la situazione nel suo complesso, effettuare un’accurata visita e, se necessario, prescrivere eventuali terapie o consigli specifici per alleviare il disagio del piccolo e ripristinare un’alimentazione adeguata. Ricordate: un neonato sereno e ben nutrito è un neonato sano e felice.
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